Storico carnevale di Ivrea: origini, date e tutto quello che c’è da sapere
Il carnevale di Ivrea è una festa unica e particolare famosa in tutta Italia e nel resto del mondo. Ricca di simbolismi e tradizioni locali, affonda le sue radici in una leggenda tutta da scoprire.
Vera e propria manifestazione folkloristica a cadenza annuale, il carnevale di Ivrea è annoverata tra le istituzioni culturali della città stessa.
L’ispirazione nasce da un lato dalle vicende di una bella mugnaia medievale giustiziera di un feudatario despotico e dall’altro dall’arrivo delle truppe dell’imperatore Napoleone Bonaparte.
Violetta, figlia del mugnaio della città, moglie di Toniotto, vuole riscattare il popolo dalla tirannide del Marchese del Monferrato. Per raggiungere il suo obiettivo, si traveste da vedova ebrea e dopo averlo fatto bere fino all’ubriachezza lo decapita nel sonno.
In questo modo Violetta riesce ad evitare l’usanza dello Ius primae noctis e, come simbolo di liberazione, espone la testa mozzata del tiranno dall’alto del Castellazzo.
Così facendo Violetta diventa l’eroina della città ed ancora oggi viene rappresentata da una giovane cittadina eporediese scelta dal Comitato organizzatore del carnevale.
Arrivando in epoca napoleonica, per ragioni di ordine pubblico, viene presa la decisione di riunire in un unico carnevale tutti quelli festeggiati nei singoli rioni della città. Fino a quel momento, infatti, i carnevali rionali sfociavano molto spesso in violenti scontri.
A questo scopo Napoleone decide di affidare il controllo del carnevale ad un gruppo di cittadini, i quali per essere più benvoluti dalla cittadinanza indossano la divisa dell’esercito napoleonico.
Nasce in questo modo la figura del Generale, coadiuvato da Aiutanti di Campo e Ufficiali di Stato Maggiore.
Dal 1858, sulla scia dei moti rivoluzionari e dello spirito risorgimentale, alla figura del Generale viene affiancata la Mugnaia, eroina della città e simbolo di libertà contro ogni forma di oppressione.
La battaglia delle arance
La battaglia delle arance è un vero e proprio spettacolo, un’affascinante rievocazione della ribellione al tiranno. La sua affermazione risale al 1947 quando viene fondata L’Asso di Picche, la più antica squadra di aranceri.
Il popolo è organizzato in nove squadre di aranceri a piedi che rappresentano i singoli rioni, ciascuna rappresentata da un proprio inno e da un proprio colore.
Sui carri si trovano gli aranceri protetti da caschi di cuoio che stanno a rappresentare le armate del despota.
La battaglia del lancio delle arance rappresenta metaforicamente, in modo molto evidente, la lotta della popolazione contro i soprusi di chi detiene il potere.
Anche la simbologia del frutto utilizzato non è casuale: l’arancia non è sicuramente un frutto adatto al clima rigido della regione piemontese ma il succo che ne deriva ed il suo colore acceso ben rappresentano il sangue versato dalla popolazione durante le battaglie.
Il carnevale di Ivrea è una tradizione difficile da comprendere per chi non è del territorio. Eppure per gli eporediesi costituisce l’evento più importante di tutto l’anno, tanto da essere vissuto con estremo orgoglio ed attaccamento quale dimostrazione di amore per la propria terra e la propria tradizione.
Le arance non vengono sprecate e fanno anche del bene
Una critica mossa spesso verso il carnevale da parte di chi non ne conosce i dettagli e la tradizione riguarda lo spreco alimentare.
La verità è che le arance utilizzate, all’incirca 600 quintali ogni anno, non sono sottratte al consumo alimentare in quanto destinate al macero.
Tutte queste arance, proveniente principalmente da Sicilia e Calabria, vengono prodotte da aziende che lavorano esclusivamente per questi fini procurando lavoro a molte famiglie del territorio.
Esiste un protocollo di tracciabilità per la trasparenza della provenienza di questi prodotti, sottoscritto dall’associazione Libera contro le mafie, dal Comune di Ivrea e dall’associazione degli Aranceri.
Così facendo è nato il progetto “Arancia fragile” che si pone l’obiettivo di sottrarre la produzione delle arance alle mafie ed al giogo del caporalato.
Inoltre, tutte le arance lanciate e calpestate, vengono poi raccolte e trasportate in un centro di compostaggio perché vengano inserite nel circolo virtuoso del riciclo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
In quali giorni si svolge il carnevale di Ivrea
L’appuntamento inizia il sabato sera, quando la mugnaia si affaccia al balcone del municipio. Si dà così il via al carnevale ed alla successiva battaglia delle arance della domenica.
Tutta la giornata del lunedì è poi dedicata al tiro per poi darsi ai festeggiamenti tra le varie squadre nel corso della sera.
Il martedì grasso costituisce l’ultimo giorno della battaglia e nel corso del pomeriggio vengono premiate le prime tre classificate tra le squadre di aranceri a piedi ed i carri.
A seguire, la sera del martedì, la tradizione continua con l’abbruciamento dello scarlo. Viene rivestito di ginepro ed erica un palo a cui viene dato fuoco, mentre la mugnaia tiene sollevata la spada per tutto il tempo del falò.
La velocità con cui il palo brucia nella sua totalità è simbolo di cattivo o buon auspicio per la città.