Tra i meravigliosi paesaggi del Piemonte e della vicina Lombardia sorgono nove Sacri Monti, luoghi ricchissimi di fascino per la loro storia antichissima, i loro panorami e le opere d’arte in essi conservate. Dal 2003, i sette Sacri Monti presenti sul territorio piemontese e i due su quello lombardo sono tutelati dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, un riconoscimento importante e fondamentale per la loro salvaguardia.

I Sacri Monti, complessi architettonici di grandissimo pregio, sono stati costruiti tra il XVI e il XVII secolo sulla sommità di alcuni colli e, oltre ad alcuni edifici religiosi, comprendono una serie di cappelle al cui interno sono state rappresentate, con dipinti e statue a grandezza naturale, alcune scene della vita di Cristo, della Madonna e dei Santi, o i Misteri del Rosario. Le statue sono molto realistiche e riprendono i gesti, le espressioni e le fisionomie di personaggi all’apparenza realmente esistiti.

L’obiettivo principale dei Sacri Monti era raccontare i fatti religiosi attraverso le immagini e le rappresentazioni, coinvolgendo i fedeli in un percorso spirituale, evocativo e facilmente comprensibile dalle popolazioni locali, ovviamente sotto lo stretto controllo delle autorità ecclesiastiche.

Oggi, questi luoghi sono diventati mete turistiche apprezzate per la loro bellezza e maestosità, ma rappresentano ancora un punto di riferimento importante dal punto di vista spirituale.

Il Sacro Monte di Varallo, il più antico

Verso la fine del XV secolo, il frate francescano Bernardino Caimi progettò un complesso, il cui intento era riprodurre in dimensioni ridotte la Terra Santa. Scelse uno sperone roccioso che domina la città di Varallo e vi fece costruire alcuni edifici che rappresentavano, in modo abbastanza approssimativo, alcuni luoghi di Gerusalemme, rievocando scene della vita di Cristo con statue e pitture.

Infatti, sul finire del XV secolo la Terra Santa era stata occupata dagli Arabi ed era diventata inaccessibile ai Cristiani, per cui si sentiva la necessità di un luogo dove pregare e manifestare la propria devozione che assomigliasse a Gerusalemme.

Agli inizi del Cinquecento, gli edifici rurali fatti costruire dal Caimi, iniziarono ad essere popolati con le grandi statue a grandezza naturale, realizzate dallo scultore valsesiano Gaudenzio Ferrari, il quale, per renderle più realistiche, aggiunse barbe finte, capelli e ambientazioni avvolgenti e particolarmente suggestive. In questo modo, il fedele si trovava in una situazione molto vicina alla sua realtà quotidiana, immerso e partecipe della scena che stava osservando.

A partire dal 1565 vennero portati avanti sostanziosi progetti di ampliamento e il Sacro Monte di Varallo divenne un percorso pedagogico e formativo, dove i visitatori potevano osservare e immedesimarsi nelle scene di vita di Gesù, in modo ancora più credibile e vicino alla realtà.

Tra il XVII e il XVIII secolo a Varallo operarono artisti e architetti di grande fama, i quali resero il Sacro Monte una grande via crucis campestre che si snoda sul pendio della collina, simile a una città fortificata con alte mura di cinta, un portone monumentale, piazze e porticati, abitati solamente da grandi statue che raccontano il passato in modo teatrale e suggestivo.

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Il Sacro Monte di Orta, immerso in un paesaggio spettacolare

Il Sacro Monte di Orta è uno dei luoghi più spettacolari del Piemonte. Si trova su un promontorio coperto di boschi, che si stende verso il Lago d’Orta.  È formato da venti cappelle, immerse nella straordinaria bellezza del paesaggio, dove vengono rappresentate la vita e le opere di San Francesco d’Assisi.

Il progetto originario nacque nel 1583, seguendo l’esempio del Sacro Monte di Varallo, ma si concretizzò solo nel 1590, grazie all’intervento dell’Abate Amico Canobio, che decise di affidare l’opera al frate cappuccino Cleto da Castelletto Ticino. Tra la fine del XVI secolo e i primi anni del XVII, il vescovo di Novara Carlo Bascapé intervenne sulla realizzazione dell’opera, decidendo la successione delle scene all’interno delle cappelle e la struttura architettonica dell’intero complesso, ma soprattutto chiamando ad Orta artisti di notevole fama per la realizzazione delle ambientazioni e delle opere artistiche.

Le statue e i dipinti, molto realistici, sono inseriti in atmosfere intime e quotidiane, le quali contrastano con la maestosità tipica dell’arte barocca. Il percorso, suggestivo e affascinante, termina nella chiesa di San Nicolao, nella quale si tenta di imitare la Basilica Inferiore di Assisi con un gruppo di statue lignee, rappresentanti la Madonna della Pietà.

La spiritualità francescana si respira in ogni angolo del Sacro Monte, con i suoi silenzi che ispirano la meditazione e il confronto con la natura.

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Il Sacro Monte di Crea, nel cuore del Monferrato

Immerso tra i vigneti del Monferrato, sorge il Sacro Monte di Crea, un itinerario nato per favorire la preghiera, la meditazione e la devozione mariana.

Il Sacro Monte, che si ispira a quello di Varallo, venne edificato per volere di Costantino Massino, priore del Santuario della Madonna Assunta, meta di pellegrinaggi già dall’XI secolo. Il forte legame tra il Santuario, la nobiltà e le comunità locali portò al coinvolgimento di tutta la popolazione che viveva nei dintorni e attirò diversi artisti che avevano lavorato al Sacro Monte di Orta, come il Moncalvo, i Prestinari e i de Wespin, i quali scolpirono uno spettacolare complesso scultoreo tra il 1604 e il 1612.

Purtroppo, nel Settecento, il Sacro Monte visse un lungo periodo di abbandono e degrado, a cui si aggiunsero le scorribande delle truppe francesi verso la fine del secolo. Soltanto a partire dal 1820, il complesso tornò ad essere abitato da un gruppo di frati francescani, che avviarono opere di ripristino e restauro del Santuario. Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni Venti del Novecento, il Vescovo di Milano Nazari di Calabiana iniziò a restaurare gran parte del complesso, introducendo anche alcune opere ex-novo, come la Salita al Calvario della cappella n. 16, realizzata dallo scultore simbolista Bistolfi.

Oggi, il Sacro Monte di Crea è un luogo splendido, non solo per il suo paesaggio, ma soprattutto per le opere artistiche che custodisce.

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Il Sacro Monte di Oropa, scenografico e suggestivo

Il Sacro Monte di Oropa sorge a 1200 metri d’altitudine, in una conca che si insinua tra le montagne biellesi. È un grande complesso, dove trovano posto un Santuario, di notevoli dimensioni formato da due Basiliche, e ampie corti circondate da portici, edifici e scalinate monumentali.

Appena prima di giungere al Santuario, sulla sinistra, ha inizio il percorso devozionale delle cappelle del Sacro Monte, disposte in modo irregolare su un declivio erboso, ancora oggi utilizzato come pascolo. A partire dal 1620, vennero costruite dodici cappelle, le quali, attraverso statue in terracotta policroma, dipinti e raffigurazioni, raccontano la vita della Madonna, a cui si aggiungono altre cinque cappelle poste lungo la strada che sale da Biella, le quali sono dedicate ai santi e alla tradizione del Santuario.

Tradizionalmente, l’origine del Santuario sarebbe legata alla figura di Sant’Eusebio, Vescovo di Vercelli, particolarmente attivo e venerato nel Piemonte Orientale, il quale pose una statua lignea della Vergine scolpita da San Luca in una grotta per proteggerla dalle incursioni ariane. Questa statua, oggi denominata Madonna Nera, in realtà è un’opera di uno scultore valdostano del tardo Duecento.

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Il Sacro Monte di Ghiffa, affascinante e sorprendente

Il Sacro Monte di Ghiffa si affaccia sullo splendido panorama del Lago Maggiore ed è il più piccolo dei complessi piemontesi, con le sue sole tre cappelle, dedicate all’Incoronata, a san Giovanni Battista e ad Abramo, a cui si affiancano il Santuario e il settecentesco porticato della Via Crucis. L’edificio più importante del complesso è il Santuario della Trinità, costruito tra la fine del Cinquecento e il 1617, con il quale venne  ampliato un antico luogo di culto medioevale, ritenuto sacro e miracoloso ancor prima della creazione del Sacro Monte. Alla costruzione del Santuario, seguirono le tre cappelle, tra il 1647 e i primi anni del Settecento.

La gradevolezza dell’ambiente circostante, con i suoi boschi di castagno e l’antico percorso archeologico, unitamente alla piacevolezza del lago e del clima, lo rendono uno dei Sacri Monti più affascinanti dal punto di vista paesaggistico.

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Il Sacro Monte di Domodossola, circondato dalle valli ossolane

A pochi chilometri dalla Svizzera, circondato dai monti della Val d’Ossola, si trova il Sacro Monte di Domodossola, un percorso che inizia dal borgo antico di Domodossola e arriva fino al Colle di Mattarella, tra reperti archeologici di epoca romana e longobarda.

La costruzione del Sacro Monte iniziò nel 1656 ad opera dei padri cappuccini Gioacchino da Cassano e Andrea da Rho, i quali intendevano rappresentare la Passione di Cristo con immagini e statue a grandezza naturale. Nel 1810, l’invasione napoleonica portò alla soppressione dell’ordine monastico e alla chiusura del convento, che venne convertito in caserma. Qualche anno più tardi, con la ritirata delle truppe francesi, si insediò nel complesso un nuovo ordine fondato da Antonio Rosmini, il quale riprese l’opera di costruzione delle cappelle del Sacro Monte e continuò i lavori fino all’inizio del Novecento.

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Il Sacro Monte di Belmonte, un affaccio sul Canavese

Il Sacro Monte di Belmonte è il più recente tra tutti i Sacri Monti piemontesi e lombardi, ed è nato per arricchire l’area in cui sorge un antichissimo Santuario dedicato alla Madonna, risalente al XI secolo.

Una volta tornato dalla Terra Santa, il frate francescano Michelangelo da Montiglio volle costruire un nuovo percorso per illustrare la Passione e la Morte di Cristo con statue realistiche e a grandezza naturale, dipinti e rappresentazioni, così come aveva osservato, visitando il Sacro Monte di Varallo.

Le prime otto cappelle vennero costruite tra il 1759 e il 1781, mentre l’ultima venne iniziata nel 1825. In tutto si contano tredici cappelle disposte lungo un itinerario circolare, tra querce, castagni e testimonianze d’epoca preistorica, romana e longobarda, documentate dai resti di un villaggio fortificato, rinvenuti tra la V e la VI cappella.

I personaggi riprodotti nelle cappelle, in particolare i più crudeli, sono talmente realistici da essere stati oggetto di atti di vandalismo nel corso del tempo e anche in periodi più recenti.

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Ogni Sacro Monte ha le sue particolarità e la sua storia da raccontare, tra spiritualità antica e popolare, arte e cultura, e proprio per questo motivo sono luoghi da visitare e ammirare per la loro bellezza e unicità.