Pasqua in Piemonte: riti, tradizioni e curiosità
In tutte le regioni italiane, la Pasqua si festeggia con riti e manifestazioni che mescolano devozione e credenze popolari, ma anche preparando specialità culinarie e gastronomiche che hanno profonde radici nella storia e nella cultura del territorio.
La Pasqua in Piemonte è tipicamente un’occasione per ritrovarsi in famiglia e passare una giornata spensierata in compagnia di amici, parenti e persone care, ma non mancano le occasioni per immergersi in atmosfere d’altri tempi o per rievocare ricordi d’infanzia, assaporando le pietanze più tipiche di questo periodo dell’anno.
In questo articolo, presentiamo alcune tra le più importanti tradizioni piemontesi per festeggiare al meglio la Pasqua, andando alla scoperta delle bellezze della nostra regione e dei sapori più deliziosi della nostra eccellente cucina.
Manifestazioni e tradizioni di Pasqua in Piemonte
Nonostante il Piemonte non sia ricchissimo di eventi nel periodo pasquale, alcuni di essi sono davvero unici e originali, per cui vale sempre la pena prenderne parte per entrare profondamente nella cultura e nelle tradizioni della nostra regione.
“Cantè j’euv” nel Basso Piemonte
La consuetudine diffusa nell’area del Basso Piemonte del “Cantè j’euv” è molto antica e si era quasi completamente persa, finché a metà degli anni Sessanta, un gruppo di appassionati di tradizioni piemontesi, tra cui Antonio Adriano, il “Gruppo spontaneo di Magliano Alfieri” e il “Brun” dei Brav’om da Prunetto, non decisero di riportare in vita questa usanza che unisce la passione per la musica popolare, il buon cibo e le tradizione contadine.
Secondo alcune fonti, questa consuetudine risalirebbe alle popolazioni celtiche, le quali festeggiavano l’inizio del nuovo anno in primavera, quasi in corrispondenza del periodo pasquale, in modo simile alle Calende Romane e ad altri riti pagani, ancora oggi molto vivi in altre parti d’Italia.
In italiano, “Cantè j’euv” significa letteralmente “cantare le uova” e anticamente questa espressione veniva utilizzata per identificare la questua pasquale nelle campagne, durante la quale i giovani del paese, guidati da un falso fraticello che fungeva da elemosiniere, giravano tra le cascine per raccogliere cibo, vino e denaro, necessari per organizzare il pranzo di Pasquetta.
Ovviamente, quasi tutti davano il proprio contributo e spesso la questua si trasformava in una grande scorpacciata di uova, che venivano offerte come augurio di fertilità, ma anche in un’allegra opportunità per ritrovarsi a cantare, suonare fino a tarda notte e corteggiare le ragazze con strofe beneauguranti e d’amore. Nelle case in cui i giovani non venivano accolti, i canti contenevano invece maledizioni e cattiverie, fino alla vendetta.
Oggi l’usanza del “Cantè j’euv” ha perso la sua antica funzione e si è trasformata in un lungo Festival che nei primi mesi dell’anno coinvolge tantissimi artisti e gruppi musicali piemontesi, i quali, dopo essersi esibiti nel proprio paese, partecipano a una importante kermesse finale ricchissima di balli, musica, spettacoli e divertimento.
L’obiettivo della manifestazione odierna è promuovere dal punto di vista turistico i piccoli borghi delle Langhe, del Roero e del Monferrato, utilizzando come pretesto la rievocazione di un’antica tradizione contadina.
La Processione delle Macchine a Vercelli
A Vercelli, si dà inizio ai festeggiamenti pasquali la sera del Venerdì Santo con la grande Processione delle Macchine, che attraversa tutto il centro storico della città a partire dalla bellissima Basilica di Sant’Andrea. Si tratta di un’originale Via Crucis, durante la quale vengono trasportate grandi sculture in legno a grandezza naturale, raffiguranti episodi della Passione di Cristo.
I componenti delle antiche confraternite eusebiane sono incaricati del trasporto a spalla delle Macchine e il vescovo della città segue il corteo, esibendo una reliquia della Santa Croce. I fedeli, chiamati compagnia d’j arbuton, ovvero “compagnia degli spintoni”, ancora oggi si accalcano nelle vie per vedere il passaggio della processione.
Le prime notizie di questa antica usanza risalgono al 1759, quando la processione avveniva il Giovedì Santo, ma dal 1833 la manifestazione è stata definitivamente spostata al Venerdì Santo. Ogni confraternita viene identificata da una particolare Macchina, che rappresenta il cammino verso il Calvario e la Morte di Cristo.
Il gruppo scultoreo più antico, raffigurante Gesù nell’orto degli ulivi, appartiene alla Confraternita di Santa Caterina, mentre i più recenti sono l’Addolorata della Confraternita di Santo Spirito e La Crocifissione, che viene custodito all’interno della Cattedrale di Vercelli.
La Macchina più celebre e suggestiva è sicuramente L’Incoronazione di Spine e i confratelli di San Bernardino, fino all’inizio degli anni Duemila, procedevano incappucciati e facevano rumore con grossi bastoni, così come si usava anticamente per accompagnare i condannati a morte fino al patibolo.
La Via Crucis vivente a Romagnano Sesia
Così come nel periodo natalizio, anche durante la Pasqua in Piemonte non mancano le rievocazioni viventi di fatti legati alla Bibbia e ai Vangeli.
A Romagnano Sesia, le rappresentazioni della Passione di Cristo iniziano il Giovedì Santo e proseguono per tre giorni con recite legate agli eventi della Via Crucis in luoghi particolarmente suggestivi e che ricordano le ambientazioni di Gerusalemme raccontate nella Bibbia.
Questa manifestazione ebbe inizio nel 1729 e da una semplice rappresentazione all’interno della chiesa parrocchiale si è progressivamente trasformata in un grande evento, in particolare a partire dagli anni Trenta, quando vennero introdotti nuovi tableaux vivants.
Oggi, l’organizzazione di questa manifestazione è talmente complessa da richiedere una cadenza biennale, ma il coinvolgimento degli abitanti di Romagnano Sesia e degli spettatori è sempre molto grande e di sicuro interesse.
La Passione di Sordevolo
Sebbene la Passione di Sordevolo si tenga nei mesi estivi ogni cinque anni, è sicuramente una delle rievocazioni della Passione di Cristo più famose, anche oltre i confini della nostra Regione.
Si tratta di una vera rappresentazione di teatro corale a cielo aperto con oltre 40 repliche durante i 100 giorni della manifestazione, a cui partecipano più di 400 sordevolesi in abiti storici. Lo spettacolo a cui si può assistere è veramente molto emozionante e ricostruisce tutti i momenti più importanti della Passione di Cristo all’interno di un anfiteatro di oltre 4000 metri quadrati.
Ogni edizione accoglie più di 30.000 spettatori provenienti da ogni parte del mondo ed è un modo del tutto particolare per avvicinarsi a una tradizione che dura ininterrottamente da oltre due secoli. Sicuramente è uno degli spettacoli di maggiore valore storico, artistico e culturale di tutto il Piemonte.
Oltre alla rappresentazione, è sempre possibile visitare il Museo permanente della Passione di Sordevolo, allestito nel coro e nella sacrestia della Chiesa dell’Assunta nel centro storico del paese.
Le migliori specialità gastronomiche della Pasqua in Piemonte
Le tradizioni gastronomiche della Pasqua in Piemonte sono le vere protagoniste di questa importante festività, che dà inizio alla bella stagione, alle scampagnate e alle gite all’aria aperta.
In questo periodo dell’anno, la nostra tradizione culinaria propone ottime pietanze salate tra cui il vitello tonnato, i ravioli del plin, la torta verde monferrina, l’agnello al forno con le patate, il brasato al Barolo, il tradizionale tonno di coniglio e, naturalmente il Gran Bollito Misto alla Piemontese, uno dei piatti più ricchi e completi della più classica cucina piemontese.
Per quanto riguarda i dolci, forse non tutti sanno che uno dei simboli moderni della Pasqua, l’uovo di cioccolato, è nato proprio a Torino all’inizio del secolo scorso, grazie alla maestria e all’inventiva dei Maestri Pasticceri torinesi, i quali ripresero in versione più golosa un’idea del famoso orafo Fabergè, il quale era stato incaricato dallo Zar Alessandro III di realizzare preziose uova ricoperte di pietre e diamanti da regalare all’amata consorte in occasione delle festività pasquali.
Infine, sulle tavole di Pasqua in Piemonte non possono mancare il bonet, le ciambelle di Pasqua e il cosiddetto salame del Papa, tipico delle Langhe, nel cui impasto a base di cioccolato si possono trovare le eccellenti nocciole gentili del Piemonte e i tipici biscotti novellini.
Se conosci altre tradizioni per la Pasqua in Piemonte che non abbiamo citato in questo articolo, condividile sui canali social di Gite Fuori Porta in Piemonte! Non vediamo l’ora di farle conoscere a tutta la nostra grande community!
In ordine da sinistra a destra: gran bollito misto, ravioli del plin, vitello tonnato, uovo di cioccolato artigianale (foto da stock)