La cioccolata calda a Torino, una lunga tradizione golosa
Non si può visitare Torino senza fare tappa in una delle migliori cioccolaterie o in uno dei prestigiosi caffè storici per assaggiare una prelibata cioccolata calda. Il legame che resiste da secoli tra Torino e la celebre bevanda è indissolubile e ne fa uno dei vanti a livello mondiale.
È una vera storia d’amore che dura da più di cinquecento anni, che nel tempo si è arricchita di novità e innovazioni, fino a far diventare il cioccolato uno dei simboli più amati della città e una delle tradizioni più radicate.
Una storia dalle origini aristocratiche
La cioccolata calda arrivò a Torino nel 1560, grazie a Emanuele Filiberto di Savoia, il quale volle festeggiare il trasferimento della capitale sabauda da Chambery al capoluogo piemontese, offrendo ai suoi ospiti una fumante tazza di cioccolata calda.
Questa nuova bevanda, dal sapore aromatico, dolce e persistente, ebbe un immediato successo tra tutta la popolazione torinese e in breve tempo nacquero numerosi caffè e locali, dove era possibile gustarla. La cioccolata calda rimase l’unica bevanda con cui era possibile gustare il cacao, fino alla fine del Seicento, quando si iniziarono a sperimentare altre preparazioni in forma più solida, unendo il cacao a vaniglia, acqua e zucchero.
Una bontà unica e irresistibile
I primi coltivatori e consumatori di cacao al mondo furono gli Olmechi, intorno al XV- XVI secolo a.C., ma la cioccolata calda, come bevanda, nacque con i Maya, i quali la chiamavano “xocoatl”. La ricetta prevedeva che venissero arrostiti dei fagioli insieme al cacao, a cui veniva aggiunta dell’acqua per rendere il composto più liquido e cremoso. Per i Maya, la cioccolata calda aveva un valore quasi religioso e i chicchi di cacao erano talmente preziosi da essere utilizzati come moneta di scambio.
Anche gli Aztechi adoravano la cioccolata calda e ritenevano che avesse proprietà magiche e afrodisiache, pertanto, quando Cortez li conquistò, decise di inviare una notevole quantità di cacao in Spagna come dono per la Famiglia Reale. La cioccolata calda divenne quindi un vero status symbol delle classi sociali economicamente più agiate e Carlo V la utilizzava come regalo di nozze in caso di matrimoni con nobili di stirpe straniera, diffondendo la bevanda in tutte le corti d’Europa. La ricetta della cioccolata calda era talmente preziosa, che rimase segreta per lungo tempo, alimentando leggende e miti sulla sua preparazione.
Intorno alla metà del XVI secolo, il duca Emanuele Filiberto di Savoia decise di celebrare il trasferimento della sua capitale da Chambéry a Torino preparando personalmente la prima tazza di questa bevanda per i suoi ospiti più illustri. L’abitudine di consumare la cioccolata calda a metà pomeriggio si trasformò ben presto nel rituale della Merenda Reale, durante la quale si accompagnava la bevanda con dolci, pasticcini e prelibatezze della più rinomata pasticceria sabauda. La Merenda era un piacevole intervallo tra i pasti principali della giornata e ancora oggi viene riproposta in molti locali e palazzi storici della città.
Una ricetta che ha attraversato i secoli
Originariamente, la cioccolata calda era una miscela di cacao, acqua, vino e diversi tipi di spezie e aromi. Gli spagnoli amavano riscaldare la miscela e dolcificarla con lo zucchero, importato dalle colonie, ma furono i britannici, per primi, a sostituire l’acqua con il latte e a creare la tradizione della “hot chocolate” dopo pranzo.
Oggi, la cioccolata calda si può preparare sia con cioccolato fondente in tavoletta sia con cacao in polvere, a cui vanno mescolati il latte e lo zucchero a piacere, con talvolta l’aggiunta di un addensante, per renderla più cremosa e consistente.
Nelle zone alpine di tutto il Piemonte, per il suo alto potere energetico, si è diffusa l’abitudine di consumare questa golosa bevanda alle 16.30, ormai riconosciuta come l’ora della cioccolata calda, un piacevole momento di relax dopo una lunga giornata sulla neve.
E a Torino? I locali in cui ci si può deliziare con una meravigliosa tazza di cioccolata calda sono tantissimi, ma sicuramente tra le più buone bisogna citare quella proposta dalla Cioccolateria Guido Gobino, un punto di riferimento per il cioccolato in città, dallo storico Caffè Platti, che l’accompagna con un’ottima panna montata, e dalla Pasticceria Ghigo, una vera istituzione tra i locali torinesi.
Il Bicerin, una vera prelibatezza tutta torinese
Dalla seconda metà del Settecento, la cioccolata calda venne affiancata da un’altra bevanda: il Bicerin, una delle eccellenze gastronomiche torinesi, la cui ricetta segreta viene gelosamente custodita dallo storico Caffè Al Bicerin, uno dei locali più belli e caratteristici del centro storico. Gli ingredienti del Bicerin sono: caffè, cioccolata e crema di latte. Un tempo venivano serviti separatamente, ma dall’Ottocento era già comune servirli nello stesso bicchiere.
Bicerin è un termine dialettale e significa letteralmente bicchierino. Infatti, secondo la tradizione, questa bevanda deve essere servita in un bicchierino di vetro senza manico appoggiato sul suo elegante piattino.
La sua ricetta, risalente al Settecento, deriva probabilmente da una precedente bevanda, la Bavareisa, che veniva servita in bicchieri più grandi e dalla forma arrotondata.
Inizialmente, lo storico Caffè Bicerin proponeva tre diverse versioni di questa bevanda: pur e fiur, simile all’odierno cappuccino, pur e barba, i cui ingredienti erano caffè e cioccolato, e ‘n poc ‘d tut, ovvero “un po’ di tutto”. Quest’ultima versione ebbe un tale successo, che i torinesi la preferirono alle altre, dando vita al famoso Bicerin. Un vero simbolo del nostro capoluogo, amato soprattutto da Camillo Benso Conte di Cavour, che ne era un grande estimatore.
Oltre al Caffè Bicerin, che ne detiene la ricetta storica, è possibile gustare questa preziosa bevanda, sebbene con qualche variante, al Caffè Mulassano e presso la storica pasticceria Guido Gobino, che ne propone anche una versione estiva.
Il Bicerin non va confuso con il liquore Bicerin, anch’esso tipico torinese, una bevanda alcolica a base di panna, caffè e gianduia, che può essere gustata anche calda o fredda, sulla frutta sciroppata o con il gelato. Questo liquore può essere acquistato anche nei supermercati di tutta Italia o assaporato nei locali di ogni parte del Piemonte.
Durante una visita a Torino, soprattutto d’inverno, non si può non prevedere una pausa ristoratrice a base di cioccolata calda o Bicerin, meravigliose eccellenze del nostro capoluogo.