Il Piemonte è una terra dalle grandi tradizioni, soprattutto in fatto di dolci. Le alternative sono talmente tante che, entrando in una pasticceria, è difficile scegliere tra le tante leccornie che vengono proposte, una più buona dell’altra!

In alcuni casi, i dolci della tradizione piemontese si possono preparare in casa senza troppe difficoltà, ma in altri è necessaria una certa maestria e le competenze di un pasticcere professionista.

In questo articolo vi presentiamo alcuni tra i dolci più tipici e golosi, tutti da gustare nel periodo natalizio.

La Nuvola di Ghigo

Uno dei simboli del Natale torinese è sicuramente la “Nuvola di Ghigo”.
La Pasticceria Ghigo nasce in Via Po nel 1870, nel pieno centro storico della città. Inizialmente, il negozio era una latteria il cui compito principale era distribuire il latte a domicilio, utilizzando una grande cisterna trainata da cavalli. Nel retro del negozio, c’era anche un caseificio, dove venivano prodotti latticini, formaggi e tomini. Con il tempo, la latteria si è trasformata in una prestigiosa pasticceria storica in cui, ancora oggi, vengono prodotti croissant e dolci, secondo antiche ricette, in alcuni casi segrete.

Tra le tante squisitezze, in particolare nel periodo delle festività natalizie, spicca la “Nuvola di Ghigo”, un tipico pandoro, realizzato artigianalmente con lievito naturale, la cui superficie viene ricoperta di golosa crema di burro e finissimo zucchero a velo. Una prelibatezza che non può assolutamente mancare sulla tavola delle feste!

Il Bonet

Il Bonet è un dolce tipico delle Langhe piemontesi dalla storia antichissima. Alcuni ritengono che, già nel XIII secolo, venisse servito sulle tavole più aristocratiche del Piemonte. La ricetta originaria del Bonet, detta anche alla monferrina, non prevedeva l’aggiunta di cioccolato, diffuso in Europa e nel regno sabaudo solo a partire dal XVII secolo. La preparazione del Bonet è molto simile a quella del classico budino, anche se nel tempo sono nate alcune gustosissime varianti, ad esempio con l’aggiunta del caffè in alternativa al rum o al fernet, ottimi digestivi a fine pasto.

L’origine del nome di questo dolce non è chiara: la prima ipotesi sembra legata alla particolare forma assunta da questo dessert, simile a un piccolo cappello, una volta che viene tolto dal suo stampo, detto anche cappello da cuoco, mentre secondo altri, il bonet, che in piemontese indica anche il cappello, si riferirebbe alla tradizione di assaporare questo dolce a fine pasto appena prima di lasciare la tavola, indossando già il proprio copricapo.

La Panna Cotta

La Panna Cotta è un budino delicato, dalla consistenza cremosa, spesso arricchito con zucchero caramellato o sciroppo di frutti di bosco. È uno dei dolci più tipici della tradizione piemontese, ma è possibile trovarne squisite versioni in diversi Paesi del mondo, tra cui la Grecia, la Danimarca, la Francia e l’Inghilterra, dove viene chiamato blanc manger. Solitamente, per rendere la panna più consistente e simile a un budino, si utilizzano l’albume delle uova o la colla di pesce come addensanti.

La sua origine è piuttosto curiosa e leggendaria. Sembra infatti che la prima Panna Cotta sia stata preparata in una cucina langarola da una massaia di origini ungheresi nei primi anni del Novecento, ma la sua ricetta è stata formalizzata solo negli anni Sessanta dallo chef Ettore Songia, il quale amava includere questo dolce nei menu del suo ristorante stellato.

Le Paste di Meliga

Le Paste di Meliga, o più comunemente paste ‘d melia, sono uno dei biscotti casalinghi più diffusi in Piemonte, in particolare nel cuneese, nel biellese e in alcune zone del torinese tra le Valli di Lanzo e la Val Susa. Questo biscotto molto friabile, simile a un frollino, ha ottenuto la certificazione PAT dalla Regione Piemonte nel 1999 ed è un presidio Slow Food di sette produttori del monregalese, tutelato dal Consorzio delle Paste di Meliga del Monregalese.

Si tratta di un dolce dalle origini povere e contadine, che però ha raggiunto le tavole più nobili, tra cui quelle dei Savoia. La leggenda narra che i mugnai, per far fronte a un cattivo raccolto di frumento, che ne aveva fatto aumentare il prezzo a dismisura, iniziarono a macinare più finemente la farina di mais per renderla più adatta alla preparazione di dolci e biscotti. Questa farina, chiamata ancora oggi fumetto, si rivelò perfetta per la creazione delle paste, gustose e fragranti.

Tradizionalmente, le Paste di Meliga vengono consumate a merenda o a fine pasto, da sole, accompagnate dal tipico zabaione piemontese o inzuppate in un bicchierino di vino passito o Barolo chinato, come alcuni sostengono che terminasse i propri pasti Camillo Benso Conte di Cavour.

La Torta Gianduja

Il Piemonte e in particolare Torino sono le capitali indiscusse del cioccolato e del gianduia, e nelle grandi occasioni non possono di certo mancare dolci e torte a base di queste golose prelibatezze.

Il Gianduja nasce a Torino, grazie alla creatività dei Mastri Pasticceri in epoca napoleonica, quando per le ristrettezze dovute alle frequenti guerre e alla scarsità degli approvvigionamenti di cioccolato dall’Inghilterra, furono costretti a unire al prezioso cioccolato le nocciole, provenienti dalle vicine Langhe, per ottenere una dolce crema più economica, morbida e spalmabile. Quando questa crema venne messa sul mercato nel 1865, riscosse subito un grandissimo successo, legato anche alla diffusione del “gianduiotto”, il primo cioccolatino confezionato al mondo. Nacque così anche la maschera di Gianduja, che inizialmente si occupava di distribuire i cioccolatini durante il Carnevale.

La crema gianduia è semplicissima da preparare, anche a casa, e si può utilizzare in tantissime ricette. Tra le più tradizionali, c’è la Torta Gianduja, perfetta per una merenda o un fine pasto particolarmente goloso. Si tratta di una torta al cioccolato, panna e nocciole, dalla consistenza molto leggera e soffice, ricoperta da una crema al gianduia e piccole praline di nocciole tostate. Una vera delizia per tutti i palati!

Il Tronchetto di Natale

Il Tronchetto di Natale è un dolce natalizio diffuso soprattutto in Francia e in Scandinavia, ma ormai perfettamente acquisito dalla tradizione piemontese. Secondo la leggenda, la sua forma deriverebbe dalla consuetudine, nel periodo delle feste, di mettere nel camino un pezzo di legno di dimensioni più grandi per scaldare maggiormente la casa e affinché durasse per fino all’Epifania. Ai resti del ceppo venivano attribuite proprietà magiche e venivano conservati per accendere il camino durante le festività dell’anno successivo. Si tratta di una tradizione molto antica, probabilmente legata ai riti propiziatori della luce e delle vegetazione.

Il Tronchetto è solitamente ricoperto di cioccolato o crema di caffè e glassa, ed è farcito con marmellata. Un dolce perfetto per le feste in famiglia!

Le Bignole piemontesi

In una tipica merenda sabauda, soprattutto durante le festività natalizie, non possono assolutamente mancare le bignole, piccole bontà della migliore pasticceria piemontese.

Le bignole, dal francese beignet, sono una tradizione nata durante il regno dei Savoia, i quali amavano gustare questi piccoli gusci di pasta lievitata e farcita con crema pasticcera in ogni occasione: dalle prestigiose Merende Reali ai ricevimenti più formali.  Con il tempo, le bignole sono diventate sempre più popolari e ancora oggi sono un’immancabile tradizione in molte famiglie piemontesi da assaporare alla fine di un pasto o in particolari occasioni, come compleanni ed eventi.

A Torino, le bignole sono di dimensioni più piccole e vengono chiamate mignon, perché originariamente venivano preparate per i rappresentanti delle più nobili famiglie della città, i quali dovevano mantenere un comportamento elegante e raffinato, soprattutto durante gli eventi più importanti.

I gusti delle bignole sono tantissimi e si possono riconoscere in base al colore della glassa che li ricopre: marrone per il cioccolato, verde per il pistacchio, rosa per lo zabaione e beige per la nocciola. Un dolce squisitamente aristocratico!

I Krumiri

I Krumiri o crumiri sono un dolce tipico di Casale Monferrato dalla ricetta tuttora segreta. Vennero creati dal pasticcere Domenico Rossi nel 1878, il quale con questi biscotti voleva ricordare Vittorio Emanuele II, morto proprio in quell’anno. La tipica forma, leggermente arcuata, sembra ricordare i baffi del Re e il nome deriverebbe dalla popolazione dei Khumir, i quali riuscirono a razziare i territori tra Tunisia e Algeria finché non vennero occupati dal dominio francese. Inizialmente, il termine crumiro veniva anche utilizzato per definire una persona particolarmente dedita al lavoro, ma con il tempo assunse una connotazione negativa per indicare i lavoratori che non aderivano agli scioperi o le popolazioni nordafricane, in particolare in Francia.

I biscotti Krumiri sono una vera bontà della tradizione culinaria piemontese e sono ottimi sia imbevuti nel vino brachetto sia per accompagnare un ghiotto bonet.

Il Torrone

Il Torrone è un dolce tipico natalizio in molte parti d’Italia e in Piemonte ha una lunghissima tradizione che risale a diversi secoli fa. La principale peculiarità del torrone piemontese sono le nocciole di varietà Tonda Gentile, che sostituiscono le mandorle, utilizzate in altre parti d’Italia. L’origine di questa variante viene fatta risalire all’estro creativo di Giovanni Sebaste, il quale nel 1885 iniziò a produrre nella sua azienda un torrone a base di nocciole, che crescevano abbondanti nelle vicinanze. Sebaste riuscì a combinare in modo prefetto gli ingredienti del torrone, fino ad ottenere un prodotto di altissima qualità.

La percentuale di nocciole Piemonte IGP si aggira attorno al 65/70% dell’impasto, mentre la parte bianca è principalmente costituita da miele, zucchero di canna bianco, albume d’uovo e vaniglia, che conferisce al dolce il suo inconfondibile profumo.

Naturalmente questa è solo una piccola selezione di ciò che può offrire la grande pasticceria piemontese. In ogni città, piccolo borgo o pasticceria del Piemonte si possono trovare prelibatezze uniche e assolutamente imperdibili, che allieteranno tutte le tavole durante le feste, e non solo!