

Il Piemonte Capitale Mondiale del Food?
Che in Piemonte si mangiasse bene lo sapevamo già tutti, ma lo sapevate che in Piemonte sono state fondate le più importanti aziende alimentari del Paese, è stato inventato Slow Food e i nostri vigneti sono stati i primi a essere riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità e le nostre università si sono specializzate sul food?
Ed è proprio per questo che il Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital, sogna di trasformare il Piemonte nel maggiore riferimento internazionale nell’ambito del food, valorizzando le eccellenze del territorio e creando nuove opportunità di business al fine di creare benessere e attrarre nuovi lavoratori e turisti.
Il futuro è il food.
E il futuro del food è in Piemonte.
Questo il mantra dell’associazione che si fa promotrice del progetto per far tornare a essere il Piemonte una capitale, la Capitale Mondiale del Food, certi che il distretto piemontese del food sia il più promettente e completo del mondo.
Il Piemonte con le sue preziose terre, i prodotti unici, le aziende alimentari, le università e la ricerca scientifica specifica, la gastronomia piemontese, la cultura del cibo e la capacità di creare progresso attraverso l’agroalimentare dimostrano che la nostra regione è pronta per diventare il riferimento mondiale per tutti i settori del food.
Trasformare il Piemonte nella Capitale Mondiale del Food deve essere il sogno e l’obiettivo di tutti i Piemontesi.
Per contribuire al progetto e al rilancio della regione è nata una petizione su change.org.
Ecco dieci motivi per sostenere l’iniziativa e contribuire a riconvertire il Piemonte in una vera e propria Food Valley.
1. Paesaggi vitivinicoli del Piemonte patrimonio dell’UNESCO
I Paesaggi vitivi1nicoli delle Langhe-Roero e del Monferrato, patrimonio Unesco dal 2014, sono costituiti da cinque aree vinicole distinte e un castello. 10.789 ettari di colline coperte da vigneti che mescolano con equilibrio e armonia l’estetica del paesaggio alle bellezze architettoniche e storiche legate alla produzione dei vini (borghi, casali e cantine secolari, torri e castelli d’origine medioevale ).
La cultura vitivinicola piemontese costituisce il fulcro della vita sociale ed economica del territorio grazie all’evoluzione di secolari saperi artigianali e tecnologici e alla qualità dei vini prodotti internazionalmente riconosciuti tra i più importanti prodotti enologici del mondo.
2. 58 vini DOP e 25 prodotti food DOP, IGP e STG
La cucina del Piemonte è ricchissima di piatti e prodotti tipici molti dei quali hanno ricevuto il marchio DOP, IGP e STG. Si tratta di prodotti certificati come unici per la loro origine, lo stretto legame con il territorio e la particolare modalità di preparazione.
Secondo il Rapporto Ismea-Qualivita 2020, il Piemonte spicca per numero di prodotti tipici tutelati. Prodotti come il tartufo d’Alba, alcune denominazioni di vino piemontese come Barolo o Dolcetto d’Alba, sono famose in tutto il mondo e vere eccellenze nazionali che nel 2019 sono valsi all’economia locale 1,31 miliardi di euro.
3. I mercati alimentari
I mercati rionali, presenti in ogni provincia del Piemonte, sono sicuramente tra le cose più caratteristiche e autentiche che rimangono nelle nostre città. Solo Torino conta 42 mercati alimentari organizzati ogni giorno, di questi, 38 ospitano agricoltori e allevatori, la maggior parte dei quali è riunita nell’associazione Coldiretti denominata Campagna Amica, che vendono direttamente i loro prodotti a km 0. Il Mercatino dei produttori agricoli Campagna Amica è una vera e propria vetrina di più di quattrocento imprenditori agricoli presenti ogni giorno nei mercati rionali di Torino e nelle piazze dei comuni della provincia che garantiscono l’origine stagionale e locale dei cibi. Grazie alla filiera corta, e al commercio di prossimità dei mercati rionali possiamo portare sulle nostre tavole frutta e verdura di stagione, salumi e formaggi, latte e yogurt, carne di Fassone, polli e conigli, vino, pane, pasta, riso, miele, fiori e decine di trasformati.
4. Enoteche regionali e botteghe del vino
In Piemonte sono presenti 15 Enoteche Regionali e 34 Botteghe del Vino o cantine comunali, istituite con la legge regionale n. 37 del 12 maggio 1980.
Il loro intento è quello di valorizzare e promuovere la vitivinicoltura piemontese attraverso una dimensione rappresentativa in termini territoriali (hanno sede presso castelli e dimore storiche nei principali territori viticoli piemontesi) produttivi e istituzionali. Al loro interno è possibile trovare e degustare la migliore selezione dei vini DOC e DOCG del territorio di riferimento. Ogni anno accolgono circa un milione all’anno di visitatori e turisti.
5. Il riso di Vercelli
Baldo, Arborio, Nuovo Maratelli… nel Vercellese vengono coltivate oltre 100 varietà di riso, tra queste va annoverato il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, prima e unica D.O.P dal 2007. Chilometri e chilometri di risaie nelle pianure vercellesi, oggi denominate “Le piane del riso”, fanno di questo territorio un ambiente unico ed affascinante in un perfetto equilibrio tra natura e attività dell’uomo: un patrimonio storico, culturale e territoriale unico in Europa, da tutelare e valorizzare. Nel 2019 le esportazioni del Riso di Vercelli sono aumentate del 7,8%, per un totale di 18 milioni di euro, che ha portato il distretto a conseguire un nuovo massimo storico di export pari a 243 milioni di euro.
6. Aziende agrituristiche
1316 aziende agrituristiche (5,6% della quota nazionale) presenti in Piemonte, i due terzi sono localizzate in zone collinari, in montagna poco mento di un quinto e la restante parte in pianura. Cuneo è la provincia che conta il maggior numero di aziende.
Di queste 793, il 60% del totale offrono un servizio di ristorazione e 687 (52% del totale) un servizio di degustazione (tipo enoturismo, per esempio) . Sono infine 1013, il 77% del totale, quelle che svolgono altre attività legate all’agriturismo: fattoria didattica, ippoturismo, attività ludiche-educative, agri-asilo.
7. 25 ecomusei e 6 musei dedicati al cibo
Il Piemonte è stata la prima regione in Italia a dotarsi di leggi regionali per l’istituzione e il riconoscimento degli ecomusei (Legge Regionale 14 marzo 1995 e Legge Regionale 17 agosto 1998) quali espressione della cultura di un territorio nella sua globalità, strumento per il suo recupero, rilancio e valorizzazione.
Ad oggi la rete di musei che contribuiscono alla diffusione e valorizzazione legata alla cultura del cibo è ampia, sono 6 i musei tematici dedicati al food e 25 gli ecomusei, e offrono la possibilità ai turisti di approfondire la conoscenza del territorio piemontese e alle scolaresche di poter partecipare a laboratori e percorsi didattici.
Nel 2019, gli ecomusei della Regione Piemonte sono stati visitati da 29.239 persone.
8. Sagre e fiere agroalimentari
In Piemonte si organizzano ogni anno moltissime sagre e fiere mercato e molte manifestazioni fieristiche di interesse locale, regionale, nazionale e internazionale che costituiscono un’importante vetrina di promozione del territorio e delle sue risorse: prodotti, territori e paesaggi, enogastronomia, agricoltura, storia, tradizione e cultura.
Nel 2019 si sono svolte 8 manifestazioni fieristiche internazionali, 34 nazionali, 57 regionali e 246 locali. A queste si aggiungono i 512 appuntamenti delle sagre e fiere-mercato regionali.
Tutte le manifestazioni offrono diversificate occasioni di svago e di turismo e un nucleo centrale legato ad agricoltura o enogastronomia a testimoniare la vivacità di un comparto che occupa un significativo ruolo nel mantenimento e nello sviluppo del sistema economico regionale.
9. 36 Presìdi Slow Food
Il Piemonte annovera 36 presidi Slow Food tra ortaggi, latticini, razze animali e vitigni. Sapori che rischiano di estinguersi ma che grazie a Slow Food (il movimento per la tutela e il diritto al piacere fondato in Piemonte nel 1986) vengono salvaguardati, i Presìdi, infatti, raggruppano e sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzandone il territorio, preservandone la biodiversità e tramandando antichi mestieri e tecniche di lavorazione.
10. Istruzione e formazione nel settore del food
Gli studenti piemontesi che intendono dedicarsi al settore del food hanno una vastissima possibilità di scelta: nella regione si contano, infatti, 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia e 1 Liceo Linguistico con curvatura Artistica ed Enogastronomica, nato dalla collaborazione tra il Liceo “Madre Mazzarello”, Fondazione Torino Musei e Slow Food. L’Università degli Studi di Torino offre 12 corsi di laurea di I livello, e altrettanti di II livello, che vanno dalle biotecnologie e alle scienze chimiche, agrarie e ambientali, fino alle tecnologie alimentari, alle scienze veterinarie e dell’alimentazione. Ha, inoltre, 3 corsi di dottorato e 5 Master, di cui 1 internazionale, con focus su tematiche agrarie, biologiche, veterinarie e alimentari. Il Politecnico offre, invece, un percorso di studio di ingegneria chimica e alimentare, l’Università del Piemonte Orientale eroga il corso di Laurea Magistrale in “Food, Health and Environment”, mentre la ESCP Business School mette a disposizione il Master in International Food & Beverage Management. Il Piemonte ospita poi l’Università di Scienze Gastronomiche, nata nel 2004 da Slow Food in collaborazione con Regione Piemonte e Regione Emilia Romagna, che intende formare la nuova figura professionale del gastronomo.
Torino-Piemonte World Food Capital è sostenuta da Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.
Fonti:
Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital
Regione Piemonte