A chi non verrebbe in mente, durante una piacevole passeggiata autunnale nei boschi, di raccogliere qualche castagna per una bella caldarrostata con gli amici?

Ma per non incorrere in situazioni spiacevoli e conseguenze anche pesanti, è meglio fare molta attenzione.

Spesso, quando si trovano le castagne per terra, il primo istinto è di raccoglierle, dato che si pensa che siano un frutto gratuito offerto dalla natura, e non si immagina di certo di commettere un reato. In realtà, ciò che cade dagli alberi potrebbe avere un proprietario, ovvero il possessore del fondo, e quindi si potrebbe commettere un reato di furto, duramente punito dalla legge.

Per capire meglio, è utile immedesimarsi in questa particolare situazione: sei proprietario di un bosco su cui crescono dei castagni e un bel giorno decidi di fare una castagnata con la tua famiglia e i tuoi amici. Ti rechi quindi sul tuo terreno, convinto di trovare tanti bei ricci pieni di frutti, ma qualcuno prima di te è già passato e ha ripulito tutto il tuo terreno senza lasciare neanche una misera castagna. Sicuramente la tua reazione sarebbe tutt’altro che positiva, oltre alla frustrazione di non portare a casa nulla per la tua castagnata.

Apparentemente, quando si va nei boschi si potrebbe pensare che tutto ciò che si vede appartenga alla comunità, ma spesso, anche se non obbligatoriamente segnalato, si attraversano terreni privati, i cui proprietari si devono preoccupare anche della manutenzione e della pulizia, o aree protette destinate alla salvaguardia del paesaggio.

Il Codice Penale punisce severamente “chiunque s’impossessa di una cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene al fine di trarre profitto per sé o per altri” e tenendo conto che “tutti i frutti caduti sul terreno appartengono al proprietario del fondo” , la raccolta non autorizzata delle castagne equivale ad una sottrazione illegittima.

Sempre il Codice Penale, per questo tipo di reato, prevede una pena detentiva compresa tra i sei mesi e i tre anni, e una multa che varia dai 154 ai 516 euro. Se poi si viene scoperti proprio mentre si stanno raccogliendo le castagne, la reclusione può arrivare fino a un anno e la multa fino a 206 euro, perché si sta “spigolando, rastrellando o raspollando” in terreni altrui, dove il raccolto non è ancora stato completato.

A questo punto, se non si è proprietari di un castagneto, conviene lasciare i frutti a terra e acquistare le castagne presso il proprio fruttivendolo di fiducia, al mercato o al supermercato, o informarsi presso gli uffici comunali, le autorità locali o gli uffici del turismo che sicuramente sapranno fornire informazioni e consigli sulle modalità e le tempistiche per la raccolta.

Dove e quando è possibile raccogliere le castagne in Piemonte?

In Piemonte, esistono delle aree già regolamentate, come ad esempio il Parco dei Lagoni di Mercurago, in provincia del Verbano Cusio Ossola,  dove è consentita la raccolta delle castagne ai visitatori nel periodo compreso tra ottobre e novembre, per un massimo di 2 chilogrammi a persona. Si tratta di una bellissima area protetta, dove è anche possibile passeggiare, andare a cavallo e in bicicletta, seguendo alcuni percorsi tematici molto interessanti per adulti e bambini.

Le castagne sono un frutto dalla lunghissima tradizione e in molte parti della Regione sono nati musei, sentieri e iniziative dedicate a questo frutto.

Nel Comune di Montà d’Alba, in provincia di Cuneo, si può percorrere il “Sentiero del Castagno”, famoso per i numerosi esemplari secolari. L’obiettivo del percorso, di circa 11 chilometri, è raccontare le particolarità della castanicoltura a quote più basse e con cultivar a maturazione precoce, come la “castagna della Madonna”. Si tratta di un itinerario a tratti impegnativo da percorrere a piedi o in mountain bike, seguendo rigorosamente le indicazioni e il senso di marcia segnalato.

Un altro museo all’aperto molto interessante, si trova invece a Nomaglio, in provincia di Torino, dove oltre a un sentiero segnalato con pannelli illustrativi, è possibile visitare un antico mulino ad acqua restaurato, dove ancora oggi si produce farina di castagne. Lungo il percorso, che parte dal paese, si possono ammirare un lavatoio, alcuni massi con incisioni rupestri, una baita, un essiccatoio e un’area dimostrativa di coltivazione del castagno, oltre a cappelle votive, boschi secolari e una mostra fotografica permanente presso il salone dell’Ecomuseo.

Chi ama le sagre e le fiere, non può perdersi la “Sagra del Marrone” a Roccavione in provincia di Cuneo, una delle più antiche sagre del Piemonte dedicate a questo frutto, o la Fiera Nazionale del Marrone a Cuneo, una tra le più importanti rassegne enogastronomiche italiane, con centinaia di espositori e degustazioni dei migliori piatti tipici piemontesi.

Un’altra sagra molto importante si tiene tutti gli anni la terza domenica di ottobre a Villar Focchiardo in Val Susa, la “Sagra Valsusina del Marrone”, durante la quale si possono degustare le tipiche caldarroste locali. Durante la manifestazione, vengono assegnati il prestigioso “Marrone d’Oro” al produttore che nell’anno si è particolarmente distinto per la cura e la valorizzazione del marrone, e il premio al “Miglior Produttore” a colui che ha ottenuto il maggior quantitativo di castagne. Si tiene anche un concorso artistico, che premia le migliori composizioni realizzate utilizzando le castagne e marroni della zona.

Le occasioni per gustare ottime castagne non mancano di certo e queste sono solo alcune delle possibilità offerte sul territorio regionale. Sicuramente anche nel più piccolo paese si potranno trovare castagnate organizzate dalle Pro Loco o feste a cui partecipare e gustare questi ottimi frutti, magari accompagnandoli con un buon bicchiere di vino piemontese.