L’avventura straordinaria dei “Giganti di Vinadio” assomiglia molto a una favola dei fratelli Grimm, ma non si tratta di due esseri mostruosi, bensì di due tranquilli fratelli nati tra le montagne della Valle Stura che, dopo aver percorso l’Europa in lungo e in largo, hanno concluso la loro vita sulle piste del Circo Barnum diventando dei veri “fenomeni da baraccone”.

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, i cosiddetti “freak” erano una delle attrazioni di punta degli spettacoli circensi. Oltre agli acrobati e ai clown, sotto i grandi tendoni dei circhi si esibivano nani, gobbi, giganti, donne barbute, uomini forzuti e persone obese, che attiravano l’attenzione e suscitavano la curiosità morbosa degli spettatori con le loro difformità fisiche ed estetiche, ma soprattutto per il loro aspetto ritenuto bizzarro, mostruoso e, a volte, veramente inquietante.

In questo articolo vi raccontiamo la storia di due “freak” piemontesi, diventati famosi proprio in quel periodo, grazie alle loro proporzioni colossali e alla loro statura davvero fuori dal comune.

I fratelli Ugo e la loro storia di grandi successi

I Giganti di Vinadio, al secolo Battista e Paolo Ugo, nacquero rispettivamente a Vinadio nel 1876 e nel 1887 in una umile famiglia di contadini montanari. Sin da bambini, i due fratelli spiccavano per la loro altezza e da adulti, entrambi superarono i 260 centimetri d’altezza e i 200 chili di peso, dei veri giganti rispetto al resto della popolazione locale che spesso non arrivava neanche al metro e mezzo d’altezza.

Nonostante lavorassero come contadini e taglialegna, i fratelli Ugo erano una celebrità in tutto il Piemonte e in poco tempo si diffusero anche alcune leggende sul loro conto, come ad esempio il fatto che Battista dovesse abbassarsi per passeggiare sotto i portici di Cuneo per non battere la testa o che alle elementari fosse costretto a stare seduto su un tronco di castagno perché troppo alto per stare in un normale banco di scuola. Paolo era invece così bello e affascinante, che persino il medico della leva volle proporlo come corazziere per il Palazzo Reale a Roma.

? Foto da stock 

La vita dei Giganti di Vinadio scorreva comunque tranquilla tra le montagne della Valle Stura, tra giornate al pascolo e nei boschi a tagliare la legna, fino al giorno in cui Battista venne mandato in Francia dal padre per lavorare e guadagnare qualche soldo in più per la famiglia.

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Nell’autunno del 1891, Battista arrivò nella cittadina di Barcellonette e pochi giorni dopo il proprietario di un circo itinerante lo notò e gli propose di unirsi alla compagnia per diventare l’attrazione più richiesta e meglio pagata.

Sebbene Battista avesse solo quindici anni, accettò immediatamente l’offerta dell’impresario e il suo nome e le sue origini vennero francesizzate in Baptiste Hugo, nativo di Saint-Martin-Vésubie, un paesino delle Alpi Marittime. Il successo non si fece attendere e il pubblico iniziò ad accorrere da ogni parte della Francia per vedere Battista e acquistare una delle tante cartoline che lo ritraevano in tutta la sua altezza, eleganza e possenza.

Di tanto in tanto, Battista riusciva a tornare dalla sua famiglia in Valle Stura e ogni volta veniva accolto con grandi feste da concittadini e famigliari che, sfruttando la parentela, avevano aperto anche una trattoria a Pratolungo, di cui ancora oggi rimane un’insegna un po’ scolorita.

Durante una di queste visite, nel 1905, il fratello Paolo decise di intraprendere la stessa carriera di Battista e fu così che i Géants des Alpes iniziarono a girare in tutta Europa, riempiendo le piazze e i salotti delle famiglie più facoltose, che non vedevano l’ora di mostrare ai loro ospiti una tale stranezza.

Grazie alla notorietà dei Giganti di Vinadio, gli impresari facevano affari d’oro e riuscivano ad intascarsi la maggior parte dei loro guadagni, ma la vita dei fratelli Ugo era comunque piuttosto agiata e dopo qualche anno furono in grado di mantenere la famiglia di origine e di comprare una casa nei pressi di Parigi, che rispondesse alle loro esigenze molto particolari.

Purtroppo, il sogno si interruppe all’improvviso nel 1914 con la morte di Paolo a soli 26 anni per una breve e grave malattia. Malgrado Battista fosse veramente distrutto dal dolore, decise comunque di trasferirsi negli Stati Uniti per unirsi al prestigioso circo Barnum&Bailey di New York, noto per le numerose “curiosità umane”.

La vita nel circo Barnum era però molto diversa da come se l’aspettava il povero Battista che per guadagnare i pochi dollari necessari per vivere era costretto a vestire i panni di Tarzan. L’umiliazione e la grande nostalgia per le sue origini e la sua famiglia, resero Battista sempre più triste e depresso fino a portarlo, probabilmente, alla morte nel 1916.

Oggi, le sue spoglie riposano ancora nel cimitero di Green-Wood a Brooklyn, anche se per molto tempo si è pensato che fossero state trafugate dai suoi sfortunati compagni “freak” del circo Barnum per essere seppellite altrove, probabilmente in una delle tante riserve indiane del Nord America.

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Vinadio rende omaggio ai suoi Giganti

La storia dei fratelli Ugo non è mai stata dimenticata dagli abitanti di Vinadio e della Valle Stura, e ancora oggi sono molte le famiglie che conservano gelosamente fotografie, cimeli e testimonianze di quell’avventura veramente unica e straordinaria.

Per rendere doverosamente omaggio ai due giganti, nel 2012 nei pressi del famoso Forte Albertino di Vinadio, sono state installate due sculture colorate, una rosa e una verde mela, realizzate in acciaio e fibra di vetro dall’artista scozzese David March. Inoltre, alcuni scrittori locali hanno redatto interessanti biografie ricche di aneddoti e curiosità.

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