State pensando di passare un paio di giorni in libertà, facendo campeggio libero in Piemonte?

Prima di caricare sul vostro mezzo tutta l’attrezzatura e il necessario per una vera avventura outdoor, è bene conoscere alcune regole da seguire per evitare spiacevoli sorprese e anche una multa abbastanza salata.

Il turismo outdoor in Piemonte è disciplinato dalla Legge regionale 4 gennaio 2021, n. 1, che integra e modifica una precedente legge del 2019 sulla “Disciplina dei complessi ricettivi all’aperto e del turismo itinerante”, la quale identifica e regolamenta la tipologia di strutture in cui è consentito sostare con tende, camper, roulotte e “altri allestimenti vari per il pernottamento”, quindi anche solo con un’amaca o un riparo per una notte sotto le stelle.

Dove si può campeggiare in Piemonte?

Le normative sul turismo itinerante in Italia variano a seconda della regione e, per quanto riguarda il Piemonte, la legge regionale individua diverse tipologie ricettive in cui è consentito sostare e campeggiare con i propri mezzi e strutture per il pernottamento.

Oltre ai classici campeggi e ai villaggi turistici, strutturati per accogliere i turisti con piazzole, bungalow e mobile home, la legge prevede che associazioni ed enti senza scopo di lucro, possano installare campeggi per un periodo limitato e definito di tempo per scopi ricreativi, sociali, culturali o sportivi. Le aree possono essere pubbliche o private e il campeggio deve essere stato autorizzato dall’amministrazione comunale competente.

Vengono anche individuate tre diverse categorie di aree, in cui è possibile sostare con i propri mezzi per un periodo molto limitato di tempo:

  • le aree di sosta, dove è consentito pernottare e usufruire di servizi minimi essenziali. Nella maggior parte dei casi, la sosta in queste aree è a pagamento e potrebbe esserci anche un servizio di sorveglianza;
  • le aree camper service, attrezzate per brevi soste e situate nei pressi di campeggi, villaggi turistici o in autostrada, dove si possono trovare anche servizi accessori, come ad esempio bar e ristoranti, parchi gioco per i bambini e aree per i cani;
  • i punti sosta, in cui non è previsto alcun servizio, ma solo la possibilità di parcheggiare ed eventualmente pernottare gratuitamente o pagando solamente il costo per la sosta.

In alternativa, la legge promuove il Garden Sharing, una nuova forma di ospitalità ed accoglienza, nata grazie a una recente start up. Si tratta della possibilità di sostare e soggiornare in giardini e aree verdi private, messi a disposizione dagli stessi proprietari, ma in modo totalmente autonomo e solo con mezzi propri.

Campeggio libero o bivacco: quali sono le differenze?

Diversamente da ciò che accade molti paesi europei, come la Norvegia, la Svezia, la Finlandia, la Scozia e l’Albania, dove il campeggio libero è una pratica del tutto legale, in Italia campeggiare al di fuori delle strutture e delle aree autorizzate è vietato in quasi tutte le regioni e viene sanzionato con multe che possono anche arrivare ad alcune centinaia di euro.

Anche sul territorio piemontese non è consentito il campeggio libero, tranne nel caso in cui la permanenza non superi le quarantotto ore e nella località non siano disponibili posti in complessi ricettivi all’aperto o aree di sosta autorizzate. In generale è quindi preferibile sempre sostare in aree autorizzate, camping o strutture adibite ad accogliere i turisti.

Cosa si intende per campeggio? Il termine “campeggio” identifica una vera e propria vacanza di due o più giorni nello stesso posto e, come si è visto, è consentito solo in camping, aree o strutture attrezzate.

E il bivacco? Poiché il bivacco è considerato una sorta di “sosta d’emergenza” per permettere al viaggiatore di riposare, prima di proseguire con il suo itinerario, viene solitamente tollerato. In generale, si può quindi sostare in zone isolate, lontane da sentieri, case e strade, dal tramonto all’alba, prestando molta attenzione a non accendere fuochi e a non lasciare tracce del proprio passaggio, soprattutto rifiuti, anche organici, che possono inquinare e attirare animali selvatici, come i cinghiali.

Se si decide di bivaccare in un’area privata è necessario il consenso del proprietario, mentre se si tratta di uno spazio pubblico bisogna inviare, almeno 24 ore prima, una comunicazione al Comune in cui si è deciso di sostare, specificando la durata della permanenza, il numero di persone, il luogo e il tipo di attrezzatura che si intende utilizzare, ad esempio la tenda, il camper o la roulotte.

Nelle aree protette e nei parchi regionali e nazionali la regolamentazione per quanto concerne il bivacco è ancora più stringente, perché la fauna selvatica è particolarmente sensibile alla presenza umana e si potrebbe quindi creare disturbo e danno, anche a pascoli e a zone di tutela ambientale.

Ad esempio, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso è possibile campeggiare solo nelle aree attrezzate e riservate all’accoglienza dei visitatori, mentre il bivacco di una sola notte è consentito solamente in caso d’emergenza, nei pressi di bivacchi alpini esistenti, lontano da rifugi e solo se le strutture sono già al completo.

Siete pronti per partire per la prossima avventura? La natura riserverà sicuramente magnifiche sorprese e sensazioni uniche e irripetibili, ma è sempre meglio attenersi alle regole e soprattutto, se si bivacca, fare molta attenzione a dove si decide di sostare per evitare conseguenze e incontri non sempre piacevoli.