Amaro San Simone: il più amato da tutti i torinesi
La tradizione di terminare un buon pasto con un bicchierino di Amaro San Simone contraddistingue gli abitanti del nostro capoluogo sin dagli anni Sessanta, ovvero da quando venne riscoperta l’antica ricetta risalente al Cinquecento e, dopo anni di sperimentazioni e affinamenti, fu finalmente messo in commercio l’odierno liquore.
Le principali caratteristiche dell’Amaro San Simone sono la sua inconfondibile fragranza in perfetto equilibrio tra dolce e amaro, e il suo profumo intenso e avvolgente, che nasce da una sapiente mescolanza e lavorazione di preziosi aromi naturali ricavati da erbe aromatiche e radici officinali raccolte in natura, dal caramello ottenuto senza additivi e solo da puro zucchero, e dalla sapiente miscelazione di semilavorati alcolici derivati da procedimenti laboriosi e tecniche artigianali messe a punto in decenni d’esperienza.
Grazie al particolare processo di purificazione e sebbene l’alcol utilizzato per la preparazione dell’Amaro San Simone sia ottenuto da cereali, il contenuto di glutine è del tutto irrilevante e ben al di sotto del valore minimo di 20 mg/kg, indicato dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC), per cui può essere consumato, con moderazione, anche da persone allergiche o intolleranti.
Nonostante sia nato originariamente come prodotto farmaceutico, l’Amaro San Simone non è un medicinale, ma un liquore dal sapore piacevole e dalle proprietà toniche, che facilitano la digestione e le attività rigeneranti dell’organismo.
Le origini dell’Amaro San Simone
Prima di diventare un vero simbolo della città di Torino e di tutto il Piemonte, il San Simone era un amaro depurativo, prodotto dall’Antica Officina Farmaceutica San Simone, secondo una ricetta risalente al 1583.
Fino agli anni Quaranta del Novecento, questo elisir veniva distribuito esclusivamente nelle farmacie torinesi come rimedio per curare i malanni stagionali, in un’epoca in cui le conoscenze in campo medico e farmacologico erano ben diverse da quelle odierne.
La sua denominazione deriva da una confraternita di monaci che nel XVI secolo si stabilirono in Contrada Grossa, corrispondente all’odierna Via Garibaldi, come testimoniato dai recenti ritrovamenti di una parte dell’abside della chiesa romanica dei Santi Simone e Giuda.
Foto ufficiale di Amaro San Simone Srl
Come gustare l’Amaro San Simone
Foto ufficiale di Amaro San Simone Srl
Le tecniche artigianali di macerazione delle erbe e il processo produttivo rimasto del tutto invariato in oltre sessant’anni di attività dell’azienda, fanno dell’Amaro San Simone un liquore raffinato, da consumare preferibilmente a temperatura ambiente o con qualche cubetto di ghiaccio, come da tradizione nei migliori locali torinesi.
Per la sua complessità sensoriale e organolettica, data da 34 erbe aromatiche e radici officinali, l’Amaro San Simone è perfetto come digestivo da sorseggiare a fine pasto, ma anche come ingrediente originale per preparare cocktail classici in una veste del tutto nuova e inedita.
Il San Simone è infatti ottimo per preparare un insolito San Simone Negroni, mescolando l’amaro con vermouth e gin e aggiungendo una buccia d’arancia, o un delizioso San Simone Sour con succo di lime, sciroppo di zucchero e bianco d’uovo da servire in una classica coppa da cocktail o in una innovativa jar di vetro trasparente.
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