Chissà quante volte ti sarai preparato un toast con due fette di pancarrè! Come molte invenzioni culinarie, anche l’origine del pancarrè è legata ad una leggenda, che mescola fatti storici realmente accaduti, personaggi e fantasie popolari.

Nella realtà dei fatti non esistono documenti storici che confermino che il pancarrè sia stato inventato a Torino, per cui molti esperti pensano che si tratti più che altro di una storia tramandata a livello popolare e senza alcun fondamento, che ne accerti l’autenticità.

Ciò che è sicuramente indiscutibile, è che il nome “pancarrè” è di origine piemontese e che deriverebbe dal francese pain carré, ovvero pane squadrato, anche se in Francia questo termine è del tutto sconosciuto.

Chi ha inventato il pancarrè: cosa racconta la leggenda

Secondo la tradizione, il pancarrè, chiamato anche pane in cassetta o pane del boia sarebbe stato inventato dai fornai torinesi, quando nel 1391 furono obbligati dal Duca Amedeo VIII di Savoia a servire il pane anche alle persone sgradite, tra cui i boia della città, che naturalmente non erano molto ben visti e apprezzati dalla popolazione.

A quell’epoca, i boia vivevano tutti insieme in un gruppo di case in Via Franco Bonelli e raramente riuscivano a sposarsi, perché erano davvero molto poche le fanciulle disposte a maritarsi con una persona che uccideva per professione, anche se si trattava di un mestiere richiesto e ben retribuito.

Si può quindi ben capire quanto i panettieri di Torino non fossero contenti dell’obbligo che era stato loro imposto e, in segno di disprezzo, iniziarono a porgere il pane al contrario. Da qui, sarebbe nata la superstizione di non mettere mai il pane in tavola capovolto, perché porterebbe sfortuna.

Dall’altra parte, il gesto dei fornai era decisamente fastidioso e molti carnefici torinesi cominciarono a protestare, rivolgendosi alle autorità, tanto che l’amministrazione cittadina dovette emettere un’ordinanza che vietava questa pratica, oltre a girare incappucciati per non farsi riconoscere.

Per aggirare questa ulteriore imposizione, i panificatori di Torino non videro altra soluzione che inventare una forma di pane che non avesse un sotto e un sopra, ma fosse uguale su tutti i lati. Nacque così il pancarrè, che poteva continuare ad essere servito alla rovescia senza che il boia potesse lamentarsi.

Il Pancarrè: la sua vera storia

Secondo fonti storiche ufficiali, il pancarrè sarebbe un’invenzione molto più recente e avrebbe ben poco a che fare con la figura del boia.

È stato infatti inventato nel 1917 da Otto Frederick Rohwedder, un americano d’origine tedesca, che aveva ideato un sistema meccanizzato per affettare il pane. Nel 1928, la sua invenzione venne messa in commercio ed ebbe subito un grandissimo successo, dando vita alla produzione industriale del pan in cassetta, così come lo conosciamo oggi.

L’idea di Rohwedder piacque ad Angela Demichelis e a suo marito Onorino Nebiolo che, di ritorno dagli Stati uniti, aprirono a Torino il Caffè Mulassano in Piazza Castello nel 1925 e cominciarono a usare questo particolare tipo di pane per creare i primi tramezzini e toast da servire al banco.

Durante una delle sue visite a Torino, Gabriele D’annunzio ebbe modo di assaporare le specialità del caffè torinese e battezzò i famosi panini con il termine “tramezzini”, ossia un piacevole “tramezzo” tra un pasto e l’altro.

In realtà, neanche i tramezzini sono un’invenzione del tutto torinese, ma sarebbero stati ispirati dai tea sandwich che, tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, la duchessa inglese Anne Stanhope era solita farsi preparare per accogliere amici e parenti all’ora del tè, come succede ancora oggi nel Regno Unito.

Tra storia e leggenda il pancarrè ha conquistato il mondo! Da semplice pane piuttosto povero e popolare, il pancarrè ha raggiunto i vertici della cucina contemporanea, grazie alla sua versatilità e alla capacità di adattarsi a un’infinita varietà di ricette tradizionali e gourmet.


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