Eugenia Barruero, la vera Maestrina dalla Penna Rossa che ispirò Edmondo De Amicis
Alcuni personaggi letterari restano indelebili nella memoria dei lettori e, sicuramente, la mitica Maestrina dalla Penna Rossa è rimasta nel cuore di tanti giovani lettori. Sebbene sia una figura nata dalla fantasia di Edmondo De Amicis, pochi sanno che lo scrittore si ispirò a una vera insegnante elementare torinese, che all’epoca stava iniziando la sua carriera presso la scuola frequentata dal figlio Ugo.
Il grande scrittore la descrive così nel suo romanzo più famoso:
La maestrina della prima inferiore, giovane e col viso color di rosa, ha due belle pozzette nelle guance, e porta sempre una gran penna rossa sul cappellino ed una crocetta di vetro giallo appesa al collo
Grazie a questa descrizione, ci sembra di veder comparire davanti ai nostri occhi una giovane maestra dell’epoca, allegra e sorridente, generosa e particolarmente attenta ai suoi alunni. Un personaggio simpatico, tenero e amabile, che nel libro “Cuore” si contrappone all’austera e severa presenza del resto del corpo docente, sempre pronto a impartire lezioni e punizioni agli alunni più indisciplinati.
Chi era la vera Maestrina dalla Penna Rossa?
Eugenia Barruero, la vera Maestrina dalla Penna Rossa, nacque a Torino nel 1859, ultima di cinque figli di una famiglia abbastanza benestante. Il padre era procuratore e quando iniziò a lavorare come maestra elementare nel 1881 era poco più che una ventenne, ma già dimostrava un grande amore per l’insegnamento e per i suoi ragazzi, che apprezzavano la sua gentilezza e l’atteggiamento protettivo e materno.
Queste caratteristiche la accompagnarono per tutta la sua vita e la sua lunga carriera da docente, tanto che quando morì nel 1957, la Domenica del Corriere le dedicò una copertina illustrata da Walter Molino, in cui compariva attorniata da tantissimi bambini e, naturalmente, un’allegra penna rossa appuntata sul cappellino.
immagini da stock
La scuola di quel tempo non era un ambiente affatto facile e spesso gli alunni subivano violenze e maltrattamenti, ma la Maestrina dalla Penna Rossa viaggiava sicuramente controcorrente e si distingueva per il suo comportamento affabile e autorevole, senza essere mai autoritaria e troppo severa. Per questo motivo, i suoi alunni la amavano profondamente e vedevano in lei una figura a cui poter affidare anche le loro paure, i loro sentimenti e i sogni più segreti, difficili da esprimere e confessare anche tra le mura domestiche, dove in alcuni casi regnava la povertà e la miseria.
La maestra Eugenia Barruero ebbe una lunga vita serena e felice, circondata dall’affetto di tanti familiari, amici, conoscenti ed ex-alunni, che fino alla fine della sua esistenza, a 97 anni, le dimostrarono la loro infinita gratitudine e nel 1985 vollero apporre una targa accanto al portone della casa in Largo Montebello 38 a Torino, dove visse fino alla fine dei suoi giorni.
Immagini da stock: a sinistra un ritratto di Eugenia Barruero, a destra la targa commemorativa di via Montebello a Torino
Secondo le cronache dell’epoca, Edmondo de Amicis avrebbe notato Eugenia Barruero all’uscita della ex Scuola Moncenisio, che si trovava in Via Cittadella e presso cui la giovane stava svolgendo il tirocinio per diventare insegnante.
Il comportamento gentile e affabile della giovane maestra e i dettagli di una collanina d’oro e della penna rossa sul cappello colpirono immediatamente lo scrittore, che in quel momento stava scrivendo il famoso libro “Cuore”.
Dopo il breve tirocinio, Eugenia Barruero si trasferì a Volpiano, dove lavorò per quarant’anni come insegnante nella scuola elementare locale. Quando andò in pensione, si ritirò a vivere a casa della nipote a Torino, ma essendo diventata famosa spesso riceveva visite di giornalisti e curiosi, che volevano conoscere la sua storia straordinaria, oltre ad essere ospite di trasmissioni radiofoniche ed eventi. Nel 1947 fu anche invitata a Cinecittà da Vittorio de Sica per assistere alle riprese del suo film ispirato al romanzo di De Amicis.
Negli ultimi anni, Eugenia Barruero amava sedersi accanto alla finestra della sua casa per osservare i passanti e gli abitanti del quartiere spesso le mandavano un saluto o si fermavano per chiacchierare e conoscere qualche aneddoto curioso della sua vita. Sempre vestita in modo elegante e con uno stile da inizio secolo, molti la ricordano come una figura di riferimento, sempre disponibile nei confronti dei bambini del quartiere, così come verso le persone che le chiedevano un autografo sulle copie del libro “Cuore”.
Si spense per una semplice influenza nel 1957 e, alla sua morte, l’appartamento in cui aveva vissuto divenne meta di pellegrinaggi da parte di giornalisti, semplici cittadini, scolaresche e autorità, che vollero renderle omaggio come figura simbolo di un mondo ormai completamente scomparso.
Oggi, il libro “Cuore” è considerato un classico tra i libri per l’infanzia, ma forse andrebbe rivalutato per la complessità della realtà che racconta, così vicina alla quotidianità delle famiglie torinesi di fine Ottocento.
Se il libro “Cuore” ha fatto parte della tua giovinezza, non mancare di passare davanti alla casa della Maestrina dalla Penna Rossa la prossima volta che visiterai Torino e vieni a condividere le tue foto nella nostra community! Probabilmente, ti sembrerà di vederla affacciata alla sua finestra, gentile e sorridente come sempre!
Immaginie dell’Associazione Amici della Fondazione Camillo Benso di Cavour