Salerano Canavese, un paese ricco di storia e cultura

Il comune di Salerano Canavese, di quasi 500 abitanti, sorge all’interno del bacino orografico dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, a destra del fiume Dora Baltea che dalla Valle d’Aosta scende verso la pianura piemontese.

Si tratta di un piccolo paese ricco di storia e cultura che ancora oggi conserva importanti monumenti storici e opere d’arte molto interessanti.

Un po’ di storia

Purtroppo, come spesso accade, non si hanno notizie certe ed ufficiali sull’origine del paese, anche se, rientrando nell’ampia area di influenza eporediese, è possibile che il suo territorio sia stato abitato già dai tempi più antichi, prima dai Salassi, una popolazione celtica proveniente dal Nord Europa e più tardi dai Romani, che occuparono gran parte del territorio canavesano.

Il nome Salerana viene citato per la prima volta nel 999 in un documento di Ottone III di Baviera, Imperatore del Sacro Romano Impero, e successivamente nel 1020, quando i figli di Re Arduino, primo re d’Italia, vi tennero un’assemblea. Inoltre, è certo che fino al 1173, il Capitolo Eporediese detenesse alcuni possedimenti.

Nel 1619, per favorire Francesco Damas, discendente di una nobile famiglia di origini francesi, il Duca di Savoia Carlo Emanuele I fondò un marchesato unendo i territori di Salerano a quelli delle vicine Banchette e Samone. Dopo varie vicissitudini, nel 1786 i Savoia rientrarono in possesso di queste terre e le cedettero ad Alessandro Sclopis, erede di un’antica famiglia di Giaveno. Il figlio Federigo Paolo Sclopis fu un importante storico e uomo politico, ricoprendo diverse cariche tra cui Presidente del Senato e Presidente dell’Arbitrato tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti.

Alla morte di Federigo Paolo, a cui è dedicata una lapide in Piazza Castello a Torino, il possedimento ritornò nelle mani dei Savoia, fino al loro definitivo declino.

Cosa vedere a Salerano

Villa Sclopis

La villa venne fatta erigere dalla famiglia Sclopis verso la fine del Settecento, quando i Savoia cedettero loro il territorio di Salerano.
La struttura sorge su una collina nei pressi di una ripida scarpata ed è circondata da un immenso parco secolare, che a ovest si affaccia sulla Val Chiusella e a est sulla pianura eporediese.

Il corpo principale è costituito dalla villa settecentesca, a cui si sono aggiunti con il tempo e per volontà di diversi proprietari degli altri manufatti rendendo l’edificio per certi aspetti disarmonico e eterogeneo.

Nel secondo dopoguerra, venne anche ceduta dalla famiglia Iavero ad Adriano Olivetti, che a sua volta la donò all’ENAOLI che la trasformò in una casa di accoglienza per orfane.

Fino al 2000 fu sede del Centro di Formazione Professionale per le Tecnologie Informatiche Carlo Ghiglieno ed è ora affidata all’Associazione ONLUS Casa Insieme, che dopo averla adeguatamente ristrutturata, ha creato un hospice per malati oncologici terminali e pazienti affetti da Alzheimer.

La Torre Medievale

Su una piccola collinetta che sovrasta la piazza principale del paese si innalza una torre medievale a pianta quadrata, di cui non si conosce esattamente la data di edificazione, ma che era sicuramente già presente nel XIV secolo, come si evince da alcuni documenti militari, che la citano come avamposto difensivo.

Fra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, sembra che il canonico Moretta l’abbia utilizzata per la sua attività carbonara, tenendo riunioni e convegni.

Il Complesso di Sant’Urbano

Il complesso di Sant’Urbano a cui si accede tramite una strada sterrata, sorge sull’omonimo colle e comprende la cappella della Madonna della Neve, la torre medievale di Sant’Urbano e un Romitorio.

La torre, dalla particolare forma circolare, è ciò che resta di un antico castello costruito intorno all’XI secolo, dove si era precedentemente stabilita una comunità monacale. Il Castello venne acquistato dalla Città di Ivrea e ceduto al Comune di Vercelli nel 1181 e fu causa di infinite rivalità tra le due città. Probabilmente la torre, per la sua posizione elevata, era un punto strategico per la difesa del territorio eporediese ed era annessa alla rocca, ma a causa della sua distruzione, venne trasformata in torre campanaria intorno al 1200.

La Cappella sembra sia stata realizzata intorno al 1200 in onore di Sant’Urbano Papa, ma compare in documenti ufficiali solo a partire dal 1600. La Chiesa perse definitivamente la sua importanza nel 1844, quando venne eretta la Chiesa Parrocchiale.
Dalla fine del XVIII secolo, le messe vennero celebrate in occasioni sempre più rare e per lungo tempo venne amministrata da monaci eremiti che alloggiavano nel Romitorio.
Il complesso è stato per lungo tempo abbandonato e ha subito diversi danni a causa del degrado, ma negli ultimi anni sono stati avviati diversi progetti di restauro e risanamento che hanno portato alla luce opere d’arte di notevole pregio.

La Chiesa Parrocchiale

La Chiesa Parrocchiale di Salerano risale al 1944, quando grazie alle donazioni dei cittadini e al contributo dell’amministrazione comunale venne costruito il nuovo edificio su un’area dove precedentemente esisteva una piccola chiesa, utilizzata per celebrare le funzioni religiose da parte del parroco di Banchette da cui dipendeva Salerano.

La nuova Chiesa venne dedicata a San Defendente, patrono dei carrettieri che all’epoca abbondavano in paese.

Negli ultimi anni, la Chiesa è stata completamente ritinteggiata e ristrutturata per tornare al suo antico splendore.

Villa Pallavicino

La villa in stile secondo impero venne fatta erigere nei primi del Novecento dal conte Pallavicino come elegante residenza estiva e fu abitata fino alla metà degli anni Novanta, quando alla morte dell’ultima erede, la contessa Bianca, venne più volte messa in vendita.

Alcuni sostengono che all’interno della villa si aggirino presenze inquietanti, tra le quali quella di una bambina che sarebbe stata uccisa dalla sua stessa madre in una stanza dalle pareti azzurre del secondo piano. Ma i particolari non coinciderebbero e le dicerie sul delitto non sembrerebbero veritiere, ma piuttosto legate a pettegolezzi e suggestioni.

Purtroppo i documenti relativi alla villa e a suoi proprietari sono inaccessibili o sono andati distrutti, quando la villa divenne sede del comando nazista durante la Seconda Guerra Mondiale.

Al momento la villa è proprietà privata e versa in stato di abbandono, ma si spera di trovare al più presto un nuovo proprietario che la prenda in carico e la ristrutturi definitivamente, magari rendendola accessibile al pubblico.

 

Fonte foto Wikipedia.

Il Pensatoio

A settembre 2019 è stato inaugurato Il Pensatoio, un edificio dalla struttura originale il cui obiettivo è diventare uno spazio aperto dove sviluppare progetti culturali e di condivisione per attività creative, formative e culturali come laboratori, corsi e dibattiti.

Le cinque pareti esterne dell’edificio sono decorate con un unico grande murales di circa 50 mq., realizzato dall’artista Eugenio Pacchioli. Ogni parete raffigura una particolare riflessione, da cui prendere spunto per la propria vita.

  1. La prima parete: Il sonno della ragione avvelena il mondo, me, te, noi, è uno spunto a riflettere sull’etica precaria e gli egoismi che avvelenano la nostra epoca e la cultura come unica ancora di salvezza.
  2. La seconda parete: Il giardino del sapere e del fare, mette in risalto il fatto che ognuno possiede delle immense potenzialità, tra infinite scelte e possibili progressi.
  3. La terza parete: Le parole tra noi sagge e forti, identifica l’importanza delle parole come strumento per generare “bellezza e ragione”.
  4. La quarta parete: Le storie, tutte da raccontare, pone l’accento sulla storia e sull’importanza del racconto come fonte di cultura e progresso.
  5. La quinta e ultima parete: È qui il tempo che ci è dato per camminare, è una riflessione sullo scorrere del tempo e sul valore di viverlo intensamente.

Caratteristiche

  • Interesse storico, artistico e culturale
  • Itinerari a piedi
  • Itinerari in bici
Salerano Canavese 10010 TO