Ingria, uno dei Borghi più Belli d’Italia
Nel 2022, la lista dei comuni che sono entrati a far parte dell’Associazione “I Borghi più Belli d’Italia” si è ulteriormente arricchita, comprendendo altri 8 piccoli centri abitati , tra cui i piemontesi Ingria e Rosazza. La selezione per aderire all’Associazione prevede che vengano rispettati numerosi parametri, molto severi e rigorosi. Lo scopo principale dei “Borghi più Belli d’Italia” è valorizzare e promuovere le piccole realtà soprattutto in territori a rischio spopolamento, aumentandone la visibilità e rendendole appetibili dal punto di vista turistico.
Ingria è un piccolissimo comune formato da circa trenta borgate nel cuore della Val Soana e del Parco del Gran Paradiso. Si trova ad un’altitudine media di 1000 metri e gode di un clima mite e temperato tutto l’anno. Il suo territorio è straordinariamente affascinante per la presenza di vasti castagneti, corsi d’acqua e abitazioni dai tipici tetti di lose in pietra.
L’origine del suo nome è incerta: alcuni ritengono che faccia riferimento a Ingrinch, personaggio di stirpe longobarda, mentre altri lo associano al verbo latino Ingredire, ovvero entrare, in riferimento al ponte romanico che si trova sull’antica strada d’accesso alla Valle Soana.
Estate 2019.. ho un bel ricordo di questa gita..!! In Val Soana ho visitato questo grazioso borgo fiorito.. Ingria (To) ogni scorcio una piacevole sorpresa.. Ritornerò sicuramente..!!! Buon proseguimento di giornata amici
Q. Sebben (Dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte)
Un piccolo mondo antico
Ingria è il primo comune che si incontra, entrando in Val Soana, e le sue borgate sono sparse su entrambi i versanti della montagna. All’inizio del Novecento contava circa 2000 residenti ma, a causa di un fortissimo spopolamento e in poco meno di un secolo, ha visto diminuire drasticamente la sua popolazione fino ad arrivare ai 42 abitanti odierni. Purtroppo, molte borgate sono state così abbandonate e risultano ancora oggi disabitate, ma si spera che le opportunità offerte dall’Associazione possano riportare presto nuove famiglie sul territorio comunale.
I primi documenti storici risalgono all’XI secolo, quando Ingria, come molti altri comuni valligiani, divenne feudo della famiglia Valperga. Successivamente, i suoi abitanti presero parte alla Rivolta dei Tuchini, che riuscì a scacciare i feudatari da molti territori canavesani. Nel 1435, dopo quattro anni di accanita resistenza, i rivoltosi vennero domati e l’intera Val Soana venne riconquistata dai Savoia.
Oggi, le suggestive stradine delle borgate raccontano il loro passato attraverso i vecchi muri di pietra, i segni lasciati sulle pietre, il tempo lento dell’inverno e i fiori dell’estate, in un’atmosfera d’altri tempi. Attraverso due postazioni, realizzate nel borgo, si raccontano gli antichi mestieri tradizionali dello stagnino, che percorreva i sentieri della valle per riparare pentole e paioli, e della Mazon dla Gra, l’antico essiccatoio per le castagne, alimento indispensabile per molte famiglie che abitavano in passato tra queste montagne.
Per rendere ancora più interessante e piacevole la scoperta di Ingria, è stata creata una mostra permanente, chiamata “Le case raccontano – Le mazon i contiont”, dove attraverso diversi pannelli con iscrizioni in franco-provenzale, tradotte in italiano, e fotografie d’epoca si racconta la vita di montagna e si possono ammirare gruppi famigliari, scolari di epoche passate, processioni religiose e gli ambienti di una vecchia osteria, luogo di ritrovo dopo una giornata di duro lavoro.
Inoltre, grazie alle opere murali di due artisti, sono stati riqualificati alcuni garage e lamiere proprio all’entrata del paese.
Foto credit Pagina Facebook Comune di Ingra
Cosa fare e vedere a Ingria
Ingria è il punto di partenza ideale per molti escursionisti, perché da qui iniziano diversi sentieri e percorsi, tra cui quelli che raggiungono Punta Arbella e il Monte Betassa. È anche possibile fare il giro delle borgate di Codebiollo, che unisce i Sentieri dell’Alta Via Canavesana fino a raggiungere il bivacco della Borgata Bech, dove è possibile pernottare e nei cui pressi è stato allestito un Ecomuseo, in cui sono esposti alcuni costumi tradizionali, antichi strumenti di lavoro e oggetti d’uso quotidiano. A partire dal bivacco, si può proseguire verso il Lago della Mionda e i laghi di Canaussa. Nella frazione Belvedere, è anche possibile noleggiare mountain bike e arrampicare sulla bellissima palestra di roccia “Lou Roc”.
Tra gli edifici di particolare interesse architettonico, vale la pena citare la torre campanaria, che si trova di fronte alla Chiesa Parrocchiale di San Giacomo, risalente al XVIII secolo. A Mombianco, la chiesetta del 1647, dedicata alla Sacra Sindone, probabilmente venne edificata in occasione del transito del sacro lino da Chambery a Torino. La cappella è stata restaurata all’inizio del Novecento e, negli anni Ottanta, la facciata è stata arricchita con un affresco di Jacques Peradotto. All’interno, viene conservato un affresco, raffigurante la Sacra Sindone, sormontata dalla Madonna d’Oropa e circondata da un gruppo di angeli e santi.
Molto interessanti sono anche gli abitati di Pasturera, dalla cui fontana sgorga un’acqua leggera e buonissima, e le frazioni di Campovardo e Rivoira, dove le case sono state edificate a più piani a causa del terreno ripido e scosceso. Inoltre, lungo le mulattiere, non ci si può non soffermare a osservare i numerosi piloni votivi e le edicole sacre, testimoni secolari della devozione popolare.
Ingria è anche un “Comune fiorito” e, nella bella stagione, i balconi, le vie e le piazze si riempiono di fiori multicolori, che rallegrano, ravvivano e impreziosiscono le borgate, oltre ad essere un richiamo turistico molto importante.
Infine, il 12 di agosto di ogni anno, nelle vie del borgo si tiene la bellissima festa francoprovenzale “Cose d’altri tempi – Tchouse d’auti ten“, durante la quale gli artigiani locali propongono rievocazioni di antichi mestieri e l’atmosfera è allietata da balli, musiche e danze tipiche della valle, e per tutta l’estate e in autunno si celebrano i piatti tipici locali con una serie di eventi a tema culinario tra cui le sagre della Patata, della Polenta e della Castagna.
Prima di lasciare Ingria, è d’obbligo assaggiare la Spalletta di Ingria, un tipico salume di montagna, simile alla mocetta, insaporito con sale, pepe e bacche selvatiche.
Un piccolo comune come Ingria ha davvero tantissimo da offrire ed è un vero gioiello da riscoprire in tutta la sua bellezza.
Foto cover e copertina credit Pagina Facebook Comune di Ingra