Chieri e il suo ricco patrimonio artistico, storico e culturale
Chieri è un ottimo punto di partenza per andare alla scoperta delle bellezze del Piemonte. Grazie alla sua posizione strategica ai piedi della collina torinese, permette di raggiungere facilmente sia l’area dell’Alto Piemonte sia le Langhe, l’Astigiano e il Monferrato.
Un territorio davvero molto ricco di storia, cultura, arte e ricchezze naturali, ma anche di un patrimonio di eccellenze enogastronomiche e di delizie per il palato, come i famosi grissini, il rinomato vino Freisa e un’ampia varietà di dolci, focacce e biscotti dal gusto inconfondibile.
Storia di Chieri: dalle origini a oggi
Come testimoniano i numerosi reperti archeologici ritrovati in città e nelle zone limitrofe, il territorio di Chieri è stato popolato sin dalla preistoria da popolazioni provenienti dalla vicina Liguria e di origine celtica, che edificarono sulle pendici della Collina di San Giorgio un villaggio circondato da possenti fortificazioni.
Intorno al II secolo a.C., i Romani occuparono l’area del torinese e poco prima di fondare Augusta Taurinorum, costruirono un presidio militare e una colonia che chiamarono Carrea Potentia, come descritto da Plinio il Vecchio.
Il toponimo romano avrebbe una doppia origine: da un lato, Potentia sarebbe di chiara derivazione latina, mentre Carrea farebbe riferimento all’antica parola celtica Carro, che a sua volta ricondurrebbe ai termini gallici chuari o chuairt, i quali starebbero ad indicare una rocca o una cinta muraria in pietra.
Nel XII secolo, il vescovo tedesco Ottone di Frisinga trasformò la denominazione romana in Kaira o Kairo, che infine divenne Cari e, successivamente, Chieri. L’attuale denominazione comparve per la prima volta nel 955 in un contratto per il possesso di una vigna tra l’abate Bellegrimo della Nova e il vescovo di Torino Landolfo, il quale acquisì il possedimento e portò innovazione e sviluppo nel piccolo villaggio, facendolo crescere d’importanza rispetto ai centri abitati nelle vicinanze.
Nei primi anni dell’XI secolo, la Collina di San Giorgio venne circondata da mura difensive in pietra e, sulla sommità, il vescovo di Torino fece costruire un castello, una torre e una nuova chiesa in sostituzione di una piccola cappella paleocristiana ormai completamente in rovina.
Poco dopo, nel 1046, Chieri entrò a far parte dei possedimenti sabaudi, in seguito al matrimonio tra Adelaide di Susa e Oddone di Savoia, duca e capostipite in Italia della famiglia sabauda. Alla morte della contessa, nel 1092, i cittadini chieresi decisero di dotarsi di un ordinamento comunale, escludendo di fatto il potere vescovile dall’amministrazione e preferendo allearsi con la città di Asti, in quel momento in forte espansione sotto il dominio degli Aleramici, potenti Marchesi del Monferrato.
Paola Negro (Dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte)
Nel 1191 venne ufficialmente istituita la Repubblica di Chieri con cui veniva affermata l’indipendenza del comune rispetto ai signori locali, ma poco tempo dopo Federico Barbarossa occupò e rase al suolo l’intera città e, dopo essere stata ricostruita, gli abitanti dichiararono fedeltà all’imperatore e tornarono ad essere liberi di amministrarsi.
Dopo un breve periodo di sudditanza sotto il controllo degli Angioini, Chieri venne nuovamente sottomessa ai Savoia e Savoia-Acaia, ma senza effettivamente perdere la propria indipendenza e libertà decisionale. Seppur facessero parte della stessa stirpe, le due nobili famiglie erano in forte contrasto e, spesso, Chieri venne coinvolta in dispute e battaglie, dovendo parteggiare a volte per l’una e a volte per l’altra fazione fino a ritrovarsi completamente devastata.
Al termine di un periodo molto burrascoso, nel 1405, venne costruito il nuovo Duomo della città e successivamente venne trasferita da Torino anche l’Università, che rimase attiva fino al 1434. Nello stesso periodo vennero definiti con più chiarezza i confini comunali, che rimasero immutati fino alla fine del XIX secolo.
I continui contrasti che caratterizzarono la storia di Chieri tra il XV e il XVI secolo, crearono un terreno particolarmente fertile per l’espansione del protestantesimo e una crescente intolleranza nei confronti del cattolicesimo da parte della popolazione. I Savoia tentarono di arginare il diffondersi di questo nuovo credo religioso, mettendo anche in atto delle vere e proprie persecuzioni nei confronti dei protestanti.
La città venne anche colpita dalla peste e si trovò nuovamente al centro di numerosi scontri per la successione al trono piemontese, ma fu anche coinvolta nei conflitti con le truppe francesi, che intendevano occupare tutto il territorio intorno a Torino.
Finalmente, nel XVIII secolo, Chieri visse un periodo di prosperità e sviluppo economico e nel 1785 assunse il titolo di Principato, inizialmente assegnato al Duca d’Aosta Vittorio Emanuele, che dopo poco acquisì il titolo di re di Sardegna. Il momento di tranquillità favorì la crescita demografica e intorno alla metà dell’Ottocento migliorarono anche i collegamenti stradali e ferroviari con il capoluogo e il resto della regione.
Questa rinascita ebbe un ruolo molto importante per lo sviluppo economico della città che, in breve tempo, divenne un punto di riferimento per l’industria tessile piemontese. Inoltre, il centro cittadino fu completamente rimodernato, abbattendo le antiche mura per fare posto una più elegante e moderna struttura urbanistica.
Nei primi anni che seguirono la fine della Prima Guerra Mondiale, Chieri divenne il secondo centro più importante per l’industria tessile dopo Biella, ma la devastante crisi economica del 1929 e l’insediarsi del regime fascista bloccò lo sviluppo industriale e portò al fallimento di numerose imprese.
Dopo la caduta del Fascismo, Chieri si schierò con la Resistenza e al termine del conflitto tornò ad espandersi economicamente, attirando sul suo territorio moltissimi immigrati provenienti dalle regioni del Sud Italia e dal Veneto. Purtroppo, questo improvviso aumento della popolazione non fu accompagnato da un attento studio urbanistico e ciò causò il diffondersi di situazioni di degrado, anche nel centro cittadino.
A partire dagli anni Ottanta, è iniziata un’opera di recupero e riqualificazione di tutta l’area urbana di Chieri attraverso una maggiore valorizzazione degli edifici storici e del patrimonio artistico e architettonico che, con il tempo, sta trasformando la città in un centro turistico molto apprezzato per le sue bellezze e la sua storia plurimillenaria.
Chiese ed edifici storici da vedere a Chieri
Il Duomo
Il Duomo è una delle costruzioni più antiche e interessanti della città di Chieri. Venne eretto nel 1037 per volere di Landolfo, Vescovo di Torino, ed è tuttora uno dei maggiori esempi dello stile gotico piemontese. La facciata è suddivisa in cinque zone, mentre all’interno le tre navate sono decorate da diverse cappelle laterali e da un transetto che chiude l’area presbiteriale, il coro e l’abside a cinque lati.
Di particolare interesse sono la cripta landolfiana, le cappelle Tabussi e Gallieri arricchite da bellissimi affreschi, e il coro ligneo risalente al Quattrocento. All’esterno della struttura principale, ma collegato con un passaggio, si trova il Battistero, probabilmente di epoca precedente rispetto alla costruzione del Duomo e annesso solo successivamente. Il Battistero conserva interessanti affreschi quattrocenteschi attribuiti a Guglielmetto Fantini.
Nei giorni feriali il Duomo è aperto al pubblico e alle visite tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 7.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30.
Immagine da stock
Chiesa e Precettoria di San Leonardo
A pochi passi dalla Chiesa di San Domenico, ci si può totalmente immergere nelle splendide architetture medievali della Chiesa e Precettoria di San Leonardo, al cui interno è recentemente tornato alla luce un intero ciclo di affreschi medievali, che illustrano la Passione di Cristo.
Gli edifici religiosi sono l’ultima testimonianza della presenza dell’antico ospedale gerosolimitano di Santa Croce e, sebbene non si conosca una data certa di fondazione, nel tempo sono stati utilizzati per datare altri edifici presenti in città.
Dell’impianto originale dell’edificio rimangono solo la facciata, su cui spicca un bellissimo portale in stile gotico, e un piccolo locale a piano terra. Il rosone, che sovrasta l’ingresso, è circondato da formelle in cotto su cui si possono facilmente riconoscere palmette molto decorative.
Dal cortile dell’oratorio, è possibile accedere alla Chiesa di San Leonardo, di cui è ancora visibile la navata centrale. Storicamente, fu sede dei Templari e venne totalmente ricostruita dopo il 1285 da Tommaso Ulitoto, dopo essere stata completamente distrutta da un incendio.
La chiesa venne a lungo utilizzata come officina, subendo gravi danni agli affreschi e alle strutture, finché nel 1934 non è stata acquisita dai Salesiani che, da allora, ne curano le modifiche e i restauri.
Arco di Trionfo
A poca distanza dal Duomo, si trova l’Arco di Trionfo, una delle costruzioni più conosciute e apprezzate della città di Chieri. Venne eretto in onore della corte sabauda, che periodicamente amava soggiornare sul territorio comunale. La struttura originaria, tardo cinquecentesca, è stata arricchita verso la fine del Settecento con stucchi e decorazioni in stile barocco.
Da notare sono gli stemmi sabaudo e della città di Chieri che caratterizzano le due facciate dell’Arco di Trionfo, il bellissimo orologio meccanico, fatto installare da Carlo Alberto nel 1837 e i numerosi affreschi che abbelliscono buona parte delle superfici dell’arco.
Chiesa di San Domenico
Di particolare pregio storico è la Chiesa di San Domenico, fondata secondo la tradizione popolare durante la visita del santo nel 1220. In realtà, pare che i domenicani siano giunti a Chieri verso la metà del Duecento, dopo che una piccola comunità si era staccata da un convento astigiano.
Probabilmente, la costruzione della Chiesa di San Domenico e del suo campanile, alto 52 metri, risalgono alla prima metà del XIV secolo. La tipica forma a croce latina è stata successivamente ampliata con l’aggiunta di cappelle laterali, le quali occupano lo spazio tra i contrafforti che sostengono l’intera struttura.
Il maestoso portale che dà accesso alla chiesa è incorniciato da una pregevole decorazione in cotto e all’interno si possono ammirare sfarzose decorazioni e tele preziose, oltre a una singolare statua lignea raffigurante un santo con la testa trafitta dalle lame degli eretici. A fianco all’altare maggiore, sono sicuramente da visitare la cappella dedicata a San Vincenzo Ferrer e a San Tommaso d’Acquino, di cui viene conservata una reliquia.
La Chiesa di San Domenico è aperta tutti i giorni, tranne il lunedì mattina, dalle ore 7.15 alle 12 e dalle 17 alle 19.15.
Immagine da stock
Palazzi medievali
Passeggiando lungo le vie del centro storico di Chieri non si possono non notare i numerosi palazzi nobiliari che hanno conservato intatte le architetture e l’atmosfera di un tempo.
Uno degli edifici gotici chieresi che ha conservato quasi perfettamente le peculiarità tipiche delle dimore aristocratiche tardo medievali è Palazzo Valfrè, il cui portone d’ingresso è stato recentemente aperto per permettere l’accesso diretto da Via San Giorgio.
Su Piazza Mazzini sono invece da ammirare il quattrocentesco Palazzo Mercadillo e, sul lato opposto, Palazzo Opesso, costituito da due corpi adiacenti disposti a L che delimitano un cortile e che oggi ospita interessanti mostre ed esposizioni.
Infine, in Via Garibaldi spicca il medievale Palazzo Buschetti, edificato sulle rovine di una preesistente costruzione e posto a ridosso delle antiche mura della città, ancora visibili sulla parte esterna del palazzo. Le facciate sono ornate da diverse bifore con decorazioni sempre differenti ed è sicuramente suggestiva la bellissima torre ottagonale di epoca successiva rispetto al palazzo.
Il Ghetto Ebraico
Tra il XV e il XX secolo, a Chieri si formò una delle più grandi comunità ebraiche piemontesi, di cui rimangono tre cimiteri in diverse zone della città, alcuni passaggi segreti e un edificio appartenente all’antico ghetto.
Il primo nucleo del ghetto ebraico chierese sorse nei primi decenni del Settecento, ma ciò che tuttora è ancora visibile è solo una piccola parte dell’agglomerato che, anticamente, si affacciava sull’odierna Via della Pace, conosciuta come “sù dij breu”, ovvero la salita degli ebrei.
In precedenza, le case del ghetto erano collegate tra di loro da ballatoi, scale, passaggi e cortili, che si riunivano in un unico grande spiazzo centrale, chiamato “chazer”. Le abitazioni erano di proprietà di nobili famiglie locali, che le affittavano agli ebrei, i quali non potevano possedere case all’interno delle mura cittadine.
Con il passare del tempo, la presenza degli ebrei a Chieri diminuì in modo significativo e nel 1935 la Sinagoga cessò la propria attività e tutti i preziosi arredi vennero utilizzati per sostituire quelli del Tempio Inferiore di Torino, andati distrutti durante i bombardamenti del 1942.
Attualmente, la Sinagoga si trova al primo piano dell’edificio che si affaccia sul “chazer” e sono sicuramente da ammirare gli splendidi affreschi che decorano il soffitto, oltre ai decori delle lunette che impreziosiscono le finestre.
Chiese barocche
Il barocco è uno degli stili architettonici più diffusi a Chieri, in particolare tra i numerosi edifici religiosi.
La Chiesa di San Filippo Neri venne edificata nella seconda metà del Seicento e presenta la tipica organizzazione delle chiese costruite nel periodo della controriforma, con un’unica navata e la volta a botte. All’interno sono conservate numerose opere pittoriche tra le più significative del Seicento e Settecento piemontese. Accanto alla Chiesa sorge l’antico Convento dei Filippini, utilizzato come Seminario Vescovile fino agli anni Cinquanta, e in cui studiarono San Giuseppe Cafasso e San Giovanni Bosco.
In stile neoclassico è invece la Chiesa di San Bernardino, in cui si rimane affascinati per la particolare luminosità, che scende dall’alto attraverso la cupola e le aperture laterali celate da stucchi. La Confraternita del SS. Nome di Gesù e di Maria che ha sede nella chiesa, si è occupata negli ultimi anni di riportare l’edificio all’antico splendore con una serie di lavori di restauro e importanti modifiche.
Non lontano, sorge la Chiesa di Sant’Antonio. Un antico complesso religioso medievale che venne completamente ristrutturato su progetto di Filippo Juvarra con soluzioni architettoniche veramente innovative e interessanti.
Di sicuro interesse sono anche il Santuario dell’Annunziata al cui interno viene tuttora custodito un affresco a cui sono attribuiti poteri taumaturgici e la Chiesa di San Giorgio, posta sull’omonima rocca e nel punto dove nacque il primo nucleo della città di Chieri. All’interno di quest’ultima sono assolutamente da apprezzare le tele attribuite al Moncalvo, una statua lignea di San Giorgio e una campana in bronzo con i sigilli di San Giorgio e della città di Chieri.
Paola Negro (Dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte)
Musei da vedere a Chieri
Chieri è una città culturalmente molto attiva e non mancano i musei legati alla sua storia passata e al suo sviluppo artistico ed economico.
La Mostra Archeologica Chieri (MAC) è un vero tuffo nelle radici storiche della città e del suo territorio. A partire dalle origini più antiche, la mostra racconta l’evoluzione della città attraverso le emozionanti scoperte degli archeologi in una suggestiva ambientazione sotterranea. La mostra è aperta su prenotazione e in occasione di particolari eventi cittadini (per informazioni e prenotazioni, rivolgersi a Theatrum Sabaudiae Torino, telefonando al numero 011-52.11.788 o contattandoli via email ).
Per chi vuole scoprire ciò che l’industria del tessile ha rappresentato per Chieri è assolutamente d’obbligo visitare il bellissimo Museo del Tessile che ripercorre la storia di questo importante patrimonio storico e culturale sin dalle sue origini. Un percorso di sicuro interesse attraverso l’evoluzione di una delle attività economiche più importanti dal medioevo a oggi (per prenotazioni e informazioni su tariffe e orari di apertura, è possibile contattare La Fondazione chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile via e-mail o al numero +39 329 4780542).
Tra i progetti più all’avanguardia nati recentemente, la Grande Pinacoteca di Chieri è sicuramente tra i più interessanti. Con un immenso lavoro di archivio, la testata giornalistica 100 Torri ha allestito un grande museo virtuale in cui sono rappresentati più di mille anni di storia artistica e culturale della città. Sul sito del progetto gli utenti possono intraprendere un vero viaggio nell’arte e approfondire la storia che ha accompagna ogni singola opera.
Infine, in frazione Pessione, si trova il Museo Martini di Storia dell’Enologia, uno dei musei d’impresa più prestigiosi al mondo. Ricavato all’interno della storica palazzina Martini & Rossi è pensato come location d’eccezione in cui si viene coinvolti in un affascinante viaggio nel tempo con protagonista il vino, dall’Antico Egitto ai giorni nostri (per informazioni, è possibile visitare il sito).
Erica Boffano (redazione Gite fuori porta in Piemonte)
Escursioni e natura a Chieri
Il territorio di Chieri offre tantissime opportunità per svolgere attività all’aria aperta, tra percorsi di trekking urbano, alla scoperta di angoli segreti e suggestivi della città, e passeggiate tra le dolci colline nella natura di parchi e paesaggi rurali di straordinaria bellezza.
In città è possibile ripercorrere le tappe più interessanti della vita di Don Bosco seguendo un itinerario, che si snoda lungo le vie del centro storico e che, attraverso pannelli informativi, racconta di episodi, storie e personaggi che ebbero un ruolo importante nella vita del Santo.
Insieme ad altri 85 comuni, l’area di Chieri rientra nella Riserva della Biosfera CollinaPo UNESCO, che intende promuovere e valorizzare il patrimonio naturalistico dei dintorni del capoluogo piemontese, attraverso percorsi e proposte formative e educative rivolte ad adulti e bambini di tutte le età.
Inoltre, Chieri ha aderito al progetto AltraVia TO-SV che, grazie all’Associazione Turismo in Langa e al contributo dei comuni coinvolti, si propone di creare un percorso escursionistico di oltre 200 chilometri di strade, vie e sentieri che collegheranno Torino a Savona.
Cosa gustare a Chieri
A Chieri non mancano le specialità enogastronomiche da gustare e assaporare in città o da portare a casa in ricordo di una splendida gita.
Tra le tante specialità, non si possono non citare i “rubatà”, grissini tipici chieresi. In piemontese, il loro nome significa “caduto” e deriva dalla particolare tecnica utilizzata dai panettieri per prepararli. Sono facilmente riconoscibili per la loro superficie nodosa, dovuta alla lavorazione artigianale che si tramanda di padre in figlio da generazioni. I “rubatà” di Chieri fanno parte della lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Altri prodotti da forno tipici chieresi sono la focaccia di Chieri, i baci di Chieri, gli umbertini e i tradizionali brut e bun.
Per accompagnare queste squisite bontà, in tavola non può mancare un ottimo bicchiere di Freisa, uno dei vini storici piemontesi più rinomati. Viene prodotto solamente con uve autoctone provenienti dalle colline che circondano la città e, dal 1973, è un eccellente D.O.C. ideale da abbinare al fritto misto per il suo gusto equilibrato e asciutto.
Spesso ci chiedono…
Chi è il patrono di Chieri?
Il patrono di Chieri è Santa Maria delle Grazie. La festa patronale si celebra il 19 settembre di ogni anno, in onore del santo, che è considerato il protettore della città.
Perché Chieri si chiama Chieri?
L’origine del nome “Chieri” non è del tutto certa, ma ci sono diverse teorie al riguardo. Secondo una delle teorie, il nome deriverebbe dal termine celtico “kair”, che significa “roccaforte”. Questa teoria suggerisce che Chieri fosse originariamente un insediamento fortificato di epoca celtica.
Un’altra teoria suggerisce invece che il nome derivi dal latino “Cairium” o “Cerium”, che potrebbe significare “città dei Ceri”. Questa teoria farebbe riferimento alla presenza di ceri votivi nella città, che avrebbero dato origine al nome.
Inoltre, c’è anche chi ritiene che il nome possa derivare dal termine piemontese “Ciè”, che significa “ghiaccio”, e farebbe riferimento alle gelate frequenti nella zona.
In sintesi, non c’è una risposta definitiva sull’origine del nome “Chieri”, ma ci sono diverse teorie che possono spiegare il suo significato possibile.
Come si chiamano gli abitanti di Chieri?
Gli abitanti di Chieri si chiamano chieresi