Barolo: il borgo dove nasce il vino più prestigioso d’Italia

Il piccolo borgo di Barolo, immerso negli splendidi paesaggi Patrimonio UNESCO delle colline langarole, è un vero gioiello di storia, arte e cultura. Il paese è dolcemente adagiato su un altipiano, che assomiglia a uno sperone, e circondato da una cornice di colline e rilievi disposti ad anfiteatro, che sembrano volerlo proteggere e accogliere in un abbraccio.

Secondo alcuni studiosi, il toponimo sarebbe di origine celtica e deriverebbe dall’unione dei termini “bas” e “reul”, ovvero “luogo basso”. In effetti, Barolo sorge in una posizione meno elevata rispetto agli insediamenti circostanti e ad un’altitudine che non supera i 500 metri di quota.

Alcuni cenni storici sulla storia di Barolo

Come molte aree del Basso Piemonte, anche il territorio di Barolo fu abitato sin dall’antichità da popolazioni di origine celtica e ligure, come dimostrano i tanti ritrovamenti di reperti, utensili e selci di età neolitica, rinvenuti in una vicina conca, chiamata “della Fava”.

Successivamente, l’intera area entrò a far parte dell’Impero Romano, ma il primo vero insediamento del borgo di Barolo, di cui si hanno notizie documentate, sarebbe rintracciabile all’inizio del X secolo. In quel periodo, il villaggio venne prima dominato dai longobardi per poi passare sotto il controllo di Alba e, successivamente, entrare a far parte della Marca di Torino, una circoscrizione territoriale istituita durante il Sacro Romano Impero, che venne ripresa in epoca più recente con la creazione del Regno d’Italia.

Intorno all’anno Mille, venne anche edificato il primo nucleo del Castello di Barolo, allo scopo di difendere il borgo dalle frequenti incursioni degli eserciti ungari e saraceni. Inoltre, il conte Berengario Raimondo I di Provenza concesse ai feudatari e alle comunità religiose locali di costruire torri e fortificazioni per facilitare il controllo del territorio e dei possedimenti della zona. Il Castello è oggi sede dell’Enoteca Regionale e del WiMu, uno dei più importanti musei al mondo dedicati al vino e all’enologia.

L’evento che segnò una vera svolta nella storia di Barolo fu l’affidamento del feudo alla nobile famiglia dei Falletti nel 1250 da parte del Comune di Alba. La potente casata, formata principalmente da banchieri e da esponenti della nuova borghesia piemontese, estese ben presto la propria signoria su gran parte del territorio circostante, arrivando a coprire ben 50 località nei dintorni in pochissimi anni.

Nel 1486, Barolo era parte integrante dello Stato Monferrino e con il Trattato di Cherasco del 1631 passò sotto il diretto controllo dei Savoia che, nel 1730, lo trasformarono in un Marchesato, affidando i possedimenti a Gerolamo IV Falletti di Barolo.

L’ultimo erede della dinastia fu Carlo Tancredi, alla cui morte l’intero patrimonio passò alla moglie, la Marchesa Juliette Colbert, meglio conosciuta come Giulia Falletti di Barolo, che si distinse per numerose opere benefiche, tra cui la costituzione dell’Opera Pia Barolo, e la promozione del prezioso vino prodotto in queste terre presso la corte sabauda e le più importanti famiglie aristocratiche e regnanti d’Europa.

Cosa vedere a Barolo

Sebbene Barolo sia un piccolissimo comune di circa 700 abitanti, la sua fama ha da tempo superato i confini nazionali, diventando una vera icona della cultura italiana nel mondo.

Il piccolo centro storico, tutto concentrato intorno all’imponente Castello di Barolo, è caratterizzato da una rete di vie su cui si affacciano numerose cantine, ristoranti e palazzi storici davvero incantevoli. Una tappa immancabile durante il giro nel centro cittadino sono le famose Cantine dei Marchesi di Barolo, dove la Marchesa Giulia Falletti di Barolo, sperimentò le prime tecniche di vinificazione del Barolo, così come possiamo apprezzarlo oggi. Attraverso un’interessante visita guidata si possono scoprire tutti i segreti di questo prezioso vino e degustarlo in tutta la sua bontà con i suggerimenti di esperti sommelier. È consigliabile prenotare la visita alle cantine con un certo anticipo, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza o in concomitanza della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.

Dopo aver ammirato il centro storico, si può salire verso il Castello per una vera immersione nel mondo dell’enologia e della gastronomia d’eccellenza. Il WiMu non è solamente una galleria di vini, ma un itinerario emozionante e interattivo nella storia e nella cultura del vino, a partire da Bacco fino ai giorni nostri. Per i più piccoli, sono anche previste attività, giochi e laboratori con approfondimenti per tutte le età e tutti i gusti.

Al termine del tour, è d’obbligo fermarsi per un assaggio dei migliori vini e prodotti piemontesi presso l’Enoteca Regionale di Barolo. Sono presenti oltre 100 etichette di produttori del territorio e si possono richiedere degustazioni didattiche dedicate ai vini locali per approfondirne la conoscenza e apprezzarne le qualità organolettiche.

Un secondo allestimento davvero interessante è il Museo del Cavatappi, che si trova a poca distanza dal Castello. All’interno del museo si possono ammirare cavatappi di ogni forma, epoca e dimensione con oltre 500 esemplari, prodotti a partire dal 1600 in ogni parte del mondo.

Una volta usciti dal museo, ci si può ancora soffermare ad ammirare la bellissima Chiesa Parrocchiale di San Donato, risalente al 1429. La facciata è caratterizzata da un portico che protegge il portone d’entrata e appena ci si trova all’interno si rimane incantati per la bellezza delle decorazioni, in prevalenza dorate, bianche e azzurre.

Barolo (Cn), l’eccellenza delle Langhe.

Cosa vedere nei dintorni di Barolo

L’incantevole paesaggio che si può ammirare non appena si lascia Barolo è costituito da un’infinita serie di dolci colline, dove crescono preziosi vigneti, ornati di rose coloratissime. Di tanto in tanto, si vede spuntare qualche cascinale perfettamente ristrutturato, dove fervono le attività agricole, e castelli, torri e chiese, testimoni di un tempo antico e glorioso.

Anche fuori dall’abitato di Barolo non mancano le cantine, dove degustare i vini della zona, non solo Barolo e rossi corposi, ma anche freschi rosé e gustosi spumanti che stimolano l’appetito e l’allegria con tantissime bollicine.

Uno dei monumenti assolutamente da non perdere durante una visita nei dintorni di Barolo è la piccola Cappella del Barolo o delle Brunate, diventata famosa negli ultimi anni tra gli appassionati di fotografia e di Instagram.

La chiesetta, veramente deliziosa, si trova in località La Morra e, dopo molti anni di completo abbandono, è stata ristrutturata in un modo del tutto originale dagli artisti Tremlett e LeWitt, su richiesta della famiglia Cerreto che possiede numerosi vigneti e cantine nella zona circostante. L’accesso è totalmente libero e vale sicuramente andarci, perchè il paesaggio offre uno degli spettacoli più belli ed entusiasmanti di tutto il Piemonte.

Se si ha ancora un po’ di tempo, è consigliabile proseguire verso Monforte d’Alba, uno dei Borghi Più Belli d’Italia, raggiungibile anche a piedi seguendo un sentiero ad anello che attraversa boschi e vigneti.

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? Beatrice Marinoni, Reporter di Volo, Sentieri dei Francescanti e Tamara Bondarenko dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte

Caratteristiche

  • Collina
  • Interesse paesaggistico e naturalistico
  • Interesse storico, artistico e culturale
  • Itinerari a piedi
  • Itinerari enogastronomici
  • Itinerari in bici
Via Roma, 39, 12060 Barolo CN