La Casamatta del Pastiss, una fortificazione sotterranea a pochi passi dal centro di Torino
La Casamatta del Pastiss è una fortificazione molto complessa, realizzata circa 450 anni fa per difendere il Bastione di San Lazzaro della Cittadella di Torino sul lato rivolto alla campagna e verso la Dora e il Po. Oggi si stende ad una profondità tra i 7 e i 13 metri sotto il piano stradale tra via Papacino e Corso Matteotti, a due passi dal centro di Torino.
Il nome “Pastiss”, che in piemontese vuol dire letteralmente “pasticcio”, è legato alla particolare complessità della struttura, formata da una galleria di contromina, diversi pozzi di aereazione, numerose camere di combattimento, locali di servizio, cannoniere e feritoie.
Per quasi mezzo secolo, la parte principale del complesso è stata oggetto di un lungo e faticoso lavoro di restauro e dal 25 gennaio 2022 è stata aperta un’area accessibile al pubblico con visite guidate gratuite, utilizzando l’accesso da via Papacino. Dal mese di aprile sono previsti eventi, manifestazioni e tour virtuali con visori 3D, che permetteranno di rivivere a pieno l’atmosfera del Pastiss. I progetti sono stati portati avanti, grazie alla collaborazione tra Torino City Lab, Enea, Tim, Esa e Università La Sapienza.
Una storia lunga 450 anni
Il progetto del Pastiss venne affidato all’architetto Ferrante Vitelli nel 1571 dal duca Emanuele Filiberto di Savoia e il complesso venne inaugurato nel 1574. Avrebbe dovuto far parte di un progetto di fortificazioni molto più ampio e articolato, che però non fu mai portato a termine e la casamatta non venne mai veramente utilizzata per le sue reali funzioni di difesa.
Il suo profilo esterno era trilobato e costituito da una spessa muraglia, nelle cui fondazioni era stata creata una galleria di contromina, il cui scopo era disperdere l’onda d’urto della mina attraverso i suoi 140 metri di lunghezza. I 15 pozzi di aereazione, aprendosi uno alla volta, avrebbero poi disperso i residui gassosi. All’interno della casamatta erano presenti diversi locali di servizio, posti su due livelli, che potevano essere difesi indipendentemente l’uno dall’altro. Inoltre, era possibile eseguire azioni di fuoco a 360°, come accade oggi nelle moderne strutture difensive, utilizzando cannoniere per il tiro rovescio e le feritoie di fucileria.
Si tratta di una struttura dalle caratteristiche particolarmente all’avanguardia per l’epoca, con cupole a cuspide simili a cattedrali gotiche, che offriva la possibilità di difendere la città, sparando in ogni direzione e a diverse altezze, per cogliere il nemico alle spalle e intrappolarlo nel fossato che circondava la Cittadella. Inoltre, il forte era dotato di un sistema di difesa contro le mine, che serviva a bloccare l’avanzata dei nemici, anche nel sottosuolo.
Nella seconda metà dell’Ottocento la Cittadella di Torino venne parzialmente demolita per far posto a nuove costruzioni e il Pastiss venne utilizzato come discarica per i materiali edili. Soltanto durante la Seconda Guerra Mondiale, la parte più profonda venne riattivata e utilizzata come rifugio antiaereo, ma al termine del conflitto venne nuovamente abbandonato e dimenticato.
Solo nel 1958, il forte venne nuovamente riscoperto dal Generale Guido Amoretti, il quale iniziò personalmente le opere di scavo e fondò il Museo Pietro Micca e dell’Assedio di Torino del 1706. Per quasi quarant’anni questa parte nascosta della città venne scavata ed esplorata dai volontari dell’ Associazione Amici del Museo Pietro Micca per scoprirne tutti i segreti e le incredibili tecniche costruttive.
Nel 2014 i settori più importanti e interessanti del Pastiss sono stati finalmente recuperati, grazie a un progetto degli architetti Sonia Bigando e Roberto Nivolo, e il prezioso contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ottenuto attraverso il Consiglio Regionale. Nel 2018 è stato quindi realizzato un ingresso sul marciapiede di via Papacino per permettere ai visitatori di accedere più facilmente al forte, una scala a chiocciola e un percorso guidato, corredato da pannelli illustrativi.
Grazie a questi lavori, è stato possibile aprire la fortezza alle visite in particolari occasioni nel periodo tra marzo e ottobre. Con il nuovo contributo regionale, il percorso di visita è stato ulteriormente ampliato, aprendo una galleria laterale che permetterà di osservare uno dei pozzi di aereazione ancora perfettamente funzionante. Si avrà così un inedito e inaspettato sguardo d’insieme sulle gallerie di contromina, realizzate nei primi anni del Settecento, e sul patrimonio archeologico della Città di Torino.
Info utili per visitare il Pastiss
Dopo una breve inaugurazione, il 25 gennaio 2022, la Casamatta del Pastiss è stata ufficialmente aperta alle visite.
Il Generale Franco Garavezza, attuale Direttore del Museo Pietro Micca, ha annunciato un nutrito programma di eventi, conferenze, progetti di restauro e tecnologici tra il 2022 e il 2024.
A partire dall’inizio di febbraio verrà realizzata una speciale visita virtuale del Pastiss nell’ambito del progetto VADUS, in collaborazione con il Comune di Torino (Torino City Lab), ESA, TIM, ENEA e Università La Sapienza di Roma.
È obbligatorio prenotare la visita, scrivendo a eventi@museopietromicca.it o telefonando al numero 011 01167580. Per accedere, è necessario esibire il Green Pass rafforzato e indossare la mascherina. Per la particolare conformazione della struttura, il percorso non è adatto alle persone con disabilità motoria.