Cintano, il paese del Basilisco tra i boschi della Valle Sacra
La tradizione del nostro Piemonte è ricchissima di storie e leggende, che raccontano di animali mitologici, mostri e draghi. Una di queste leggende narra che, un tempo ormai molto lontano (ma probabilmente ancora oggi!), nei boschi attorno al piccolo paese di Cintano viveva un terribile Basilisco, un animale mitologico dall’aspetto terrificante.
Come tutte le storie, se sia veramente esistita una simile creatura o si tratti di un racconto frutto della fantasia popolare è difficile accertarlo, ma sicuramente è un elemento in più che rende interessante, curiosa e misteriosa una gita in questa parte del Canavese meno conosciuta, ma sicuramente molto affascinante.
Territorio e storia di Cintano
Il centro abitato di Cintano, che oggi fa parte dell’Unione Montana Valle Sacra, è esposto a sud e completamente immerso nella natura rigogliosa di una delle più belle vallate canavesane. Il torrente Piova, che discende dalla Punta Verzel, una montagna che supera i 2400 metri d’altezza e che risulta essere il punto di congiunzione tra la Valle Sacra, la Valle Soana e la Valle Savenca, una vallata laterale della Val Chiusella, attraversa tutto il paese, mentre tutto intorno il panorama è davvero spettacolare, tra pascoli, prati, boschi e meravigliose montagne.
Secondo alcuni documenti, Cintano sarebbe stato fondato intorno al 1300 e il suo toponimo indicherebbe la presenza di recinti intorno ai primi casolari. Come molti altri paesi della Valle Sacra, il territorio venne infeudato dalla famiglia San Martino e sino al secolo scorso la sua Chiesa Parrocchiale era la più antica della valle e accoglieva tutti i fedeli delle comunità vicine, a partire dal confine con Castellamonte fino a Castelnuovo Nigra e le sue frazioni.
Laura Ferrero e Tatiana Bocchino dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte
Il Sentiero del Basilisco a Cintano tra leggenda e credenze popolari
Il Basilisco è un serpente alato, le cui storie sono molto diffuse in diverse località montane europee, a partire dai Pirenei fino all’Austria, ma che pare abbia trovato un habitat ideale proprio nelle vallate canavesane e in particolare nei boschi attorno a Cintano. Solitamente viene rappresentato con testa e zampe di gallo e il suo sguardo è in grado di uccidere chiunque lo incontri, mentre il suo alito infuocato può devastare in un solo istante boschi e valli senza risparmiare nessuno.
L’origine del Basilisco è molto antica e, secondo la leggenda, sarebbe stato generato da un primo uovo partorito da un gallo nero, fecondato da una vipera e covato da un rospo. Nella sua tana, nascosta in grotte, anfratti e pozzi, verrebbero custoditi preziosi tesori, che però nessuno è mai riuscito a trovare, nonostante siano secoli che impavidi cercatori siano sulle loro tracce. La leggenda cintanese racconta che un giorno una chioccia con i suoi pulcini stava vagando tra i boschi, quando venne improvvisamente aggredita da un Basilisco, che uccise tutta la famigliola con un semplice sguardo. Solo un pulcino riuscì a salvarsi in tempo, nascondendosi in un roveto. Ben sapendo che lo sguardo del Basilisco era mortale, non appena il pulcino uscì dal suo nascondiglio, lo guardò per primo, uccidendolo all’istante. Gli abitanti di Cintano, felici per essersi liberati del Basilisco, decisero di seppellirlo vicino al torrente e in onore dello scampato pericolo costruirono la Cappella del Malpasso, ma non riuscirono mai a trovare la sua tana né ad individuare la sua tomba.
Dal momento che pare che l’ultimo Basilisco sia stato avvistato e ucciso nei pressi del Monte Calvo, oggi è possibile ripercorrere la storia delle sue origini, seguendo il percorso ad anello del Sentiero del Basilisco che, a partire dal Ponte Romano a 780 metri d’altitudine, si snoda alle pendici delle punte Verzel e Quinzeina, unendo gli antichi sentieri che un tempo collegavano le baite in altura con i centri abitati situati a quote più basse. L’itinerario lungo il torrente Piova si immerge in meravigliosi boschi di querce, castagni, ontani e roveri per poi proseguire sulla dorsale principale tra baite in pietra e pianori ricoperti di faggi e betulle, fino a giungere all’incantevole località di Valossera e continuare sino alla Chiesa di Santa Elisabetta, uno dei monumenti religiosi più amati dagli abitanti di queste valli.
Emanuele Moisio, Dave Lingua e Tatiana Bocchino dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte
Cosa vedere a Cintano
Sebbene il comune di Cintano non si trovi a quote particolarmente elevate, l’atmosfera che si respira è quella di un villaggio alpino, dove è rilassante riposare al suono dei campanacci e delle dolci acque del torrente Piova.
Un ambiente incantevole, disseminato di antiche chiese e cappelle, tra cui spiccano la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Giovanni, le Cappelle di San Rocco e Sant’Ignazio in frazione Malpasso e il Santuario di Piova, un edificio settecentesco, sotto il cui porticato si possono ammirare diverse statue in terracotta, realizzate per volontà di Filippo San Martino di Agliè.
Di particolare pregio è anche Villa Aurora, un edificio signorile in stile liberty di proprietà privata, oggi restaurato e riportato all’antico splendore.
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in copertina di Unione Montana Valle Sacra