Bollengo, un paese tutto da visitare
A pochi chilometri da Ivrea, adagiato ai piedi della Serra, una delle colline moreniche meglio conservate d’Europa, si trova il paese di Bollengo con il suo ampio territorio che si stende dalla collina fino alla pianura coltivata, in prevalenza, a grano e mais.
L’origine del nome, secondo alcuni studiosi, deriverebbe da “bulengh” o “boia”, ovvero “piccolo stagno, laghetto”, un toponimo giustificato dalla presenza di molteplici depressioni e bacini lacustri, tipici del territorio eporediese.
Bollengo, una paese e la sua storia
Bollengo, per la sua posizione strategica e di passaggio, fu terra di confine tra due diverse sfere d’influenza, Ivrea e Vercelli.
Nel X secolo, il comune comprendeva tre piccoli centri abitati, probabilmente sorti sui ruderi di abitazioni di epoca romana: il capoluogo Bollengo, Paerno nella parte più collinare e Pessano in pianura verso l’attuale Comune di Palazzo Canavese.
All’inizio del 1200, Ivrea, per contenere la politica espansionistica di Vercelli decise di costruire un castello franco con il relativo ricetto, a scopo difensivo, e di chiedere agli abitanti di trasferirsi, concedendo loro lo stato paritetico di cittadini eporediesi.
Probabilmente gli abitanti del capoluogo non sentirono l’esigenza di maggiore difesa e rifiutarono di trasferirsi nel nuovo ricetto, che invece venne rapidamente popolato dagli abitanti di Paerno e Pessano che abbandonarono definitivamente i loro villaggi.
La costruzione del nuovo castello terminò nel 1252, in un luogo dove erano già presenti antiche fortificazioni e venne circondato da mura, diventando ben presto un nucleo di abitazioni stabili.
Delle antiche località di Paerno e Pessano, ad oggi, rimangono visibili rispettivamente, il Campanile della Chiesa di San Martino, chiamato comunemente “Ciucarun” e la piccola Chiesa romanica dei Santi Pietro e Paolo, posta a lato del percorso della Via Francigena che da Bollengo si dirige verso il Comune di Palazzo Canavese.
Oggi, Bollengo, pur conservando le sue caratteristiche di centro prevalentemente agricolo, ha avuto un notevole sviluppo industriale e commerciale lungo la ex- Statale 228 che da Ivrea conduce verso il Lago di Viverone.
Sono numerose le attività di produzione di prodotti agricoli e ortaggi, ricettive e di ristorazione che si sono sviluppate negli ultimi anni con un significativo apporto all’economia del paese.
Cosa vedere e cosa fare a Bollengo
Il campanile di San Martino
Uno dei luoghi più suggestivi del territorio di Bollengo, è sicuramente il Campanile della Chiesa di San Martino, il “Ciucarun”, rimasto a testimonianza dell’antico centro abitato di Paerno.
Sembra che questo luogo, per la sua tranquillità e bellezza paesaggistica, fosse tra i preferiti da Adriano Olivetti che vi si recava spesso ed è stato anche più volte scelto durante le riprese della fiction “Adriano Olivetti – La forza di un sogno”.
Il Campanile, edificato probabilmente intorno al XI secolo, era affiancato dalla Chiesa di San Martino che venne abbattuta nel XVIII secolo per decreto vescovile.
La costruzione sorge al centro di un ampio pianoro da cui si può godere un bellissimo panorama sulle Alpi e sulla pianura eporediese fino al Castello di Masino e al Monviso.
Il pianoro è facilmente raggiungibile con una breve passeggiata in salita, utilizzando un sentiero acciottolato che diparte appena usciti dall’abitato di Bollengo e che attraversa vigneti e castagni, offrendo sempre una splendida vista sul paese e sul territorio circostante.
Il Ciucarun (torre di San Martino), Bollengo
A. Bor (Dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte)
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Situata nella zona pianeggiante, sulla strada che da Bollengo porta verso Palazzo Canavese, la chiesetta è veramente un piccolo gioiello di architettura romanica.
Costruita in pietra con un’unica navata e con il caratteristico campanile sulla facciata, merita sicuramente una visita.
Si può raggiungere in automobile, parcheggiando nella vicina area, oppure con una passeggiata in piano, partendo dal Campo Sportivo del paese.
L’area attorno alla Chiesa è stata adibita ad area picnic con tavoli e panche.
Piccoli capolavori – chiesa romanica dei SS Pietro e Paolo a Bollengo
F. M. Bucci (Dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte)
Il Castello di Bollengo
Il Castello di Bollengo non è attualmente visitabile, ma si può facilmente raggiungere a piedi o in bicicletta dalle molte stradine che risalgono dal centro del paese o da una strada sterrata sul versante opposto della piccola collina su cui sorge.
Venne costruito nel 1250, per volere della città di Ivrea ed ebbe molteplici proprietà e utilizzi. Tra i suoi proprietari vi fu anche Costantino Nigra, il cui stemma troneggia sulla facciata principale, che lo trasformò da Castello in villa signorile in cui soggiornò fino alla morte del fratello Michelangelo. Successivamente la concesse a un cugino, soprattutto a causa dei dissidi con il Comune di Bollengo per la presenza del campanile della Chiesa parrocchiale, che trovava particolarmente fastidioso e avrebbe voluto abbattere.
Successivamente, il Castello divenne sede di istituti religiosi gesuiti francesi, spagnoli e salesiani.
Dallo spiazzo antistante il Castello si può godere una splendida vista sia del paese sia della pianura eporediese.
Trekking sulla Serra
Partendo da Bollengo, è possibile risalire verso la Serra e seguire le diverse strade sterrate che la attraversano, sia procedendo verso il Comune di Burolo sia verso la frazione “Broglina” del Comune di Magnano nel biellese.
I percorsi, una volta in quota, sono perlopiù pianeggianti e si possono percorrere sia a piedi sia in bicicletta, soprattutto nella bella stagione.
Tradizioni culinarie
A Bollengo è possibile gustare i piatti tipici della tradizione culinaria canavesana nei diversi locali presenti sul territorio.
La cucina bollenghina è decisamente ricca e gustosa, in particolare è tradizione preparare i tomini “elettrici”, i “capunit”, le cipolle ripiene, gli agnolotti e il fritto misto.
I tomini “elettrici” sono formaggi tipici di pasta morbida prodotti con latte vaccino e leggermente stagionati. I tomini vengono conservati sottolio con erbe aromatiche e peperoncino per renderli leggermente piccanti.
I “capunit” sono un piatto classico della cucina canavesana: si tratta di involtini di verza ripieni con carne di maiale e manzo.
Le cipolle ripiene sono un piatto tipico costituito da cipolle sbollentate e cotte al forno, ripiene con carne tritata e verdure.
Gli agnolotti sono una pasta fresca tipica canavesana, preparati con una sfoglia di pasta ripiena con carne e verdure e conditi con ragù di carne.
Il re della tavola è sicuramente il fritto misto, un piatto composito, costituito da una parte salata con fettine impanate, salsiccia e interiora, e una parte dolce con semolino dolce, amaretti e biscotti farciti con marmellata.